ripensavo a giovedì scorso: è stata una giornata faticosa, tanta confusione, la sensazione strana di dover faticare tanto per poter lavorare nel modo giusto. Chissà perchè ci devono esser tanti disservizi e giorno dopo giorno bisogna trovar tante soluzioni a problemi organizzativi che rubano energie e tempo per il lavoro vero, quello di fare il medico.
Poi ti trovi a visitare questo paziente – il dato anagrafico mi fa pensare che potrei esserci io in quel letto – che da circa una settimana è tetraplegico: acutamente si manifesta la paralisi che può colpire i 4 arti fino alla completa inabilità.
Un lungo percorso di riabiliiazione e di dipendenza totale da chi ti circonda è la strada obbligata da percorrere per ritornare alla normalità ed all’autosufficienza; improvvisamente ti trovi sradicato da quella che è la tua personale normalità, inchiodato al letto, dipendente da altri per tutti i bisogni primari.
Chi può veramente capire, dall’esterno, il radicale sconvolgimento dell’esistenza che una condizione del genere d’improvviso provoca ?
E’ la sindrome di Guillan-Barrè a cui avevo accennato in un post precedente.
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