bruciati solo ieri e solo in Europa in una sola seduta di borsa per la crisi finanziaria dei mutui sub-prime; una quantità esorbitante di soldi (soldi veri ? Quanti hanno veramente lavorato per generare quei soldi che sono scomparsi in una mattinata?) che rende l’idea di quanto poco possa valere il piano da 700 miliardi di dollari (al cambio attuale circa 500 miliardi di euro) del Governo Americano. Lo stesso Governo che obbliga i cittadini a pagare di tasca propria l’assistenza sanitaria (se vogliono che l’assistenza sia di qualità) ma che poi interviene, pesantemente, con i soldi dei cittadini (i soldi dello Stato sono soldi che forniremo noi lavoratori, giusto?) per coprire i danni fatti da una ristretta cricca di banchieri/speculatori che si sono regalati nel frattempo compensi faraonici (leggevo dello stipendio del gestore di un hedge fund: 300 milioni di dollari / anno).
E che succede in Italia ?
“Le recenti dichiarazioni del premier sulla necessità di privatizzare gli ospedali pubblici ci preoccupa per gli effetti destabilizzanti sul Ssn e soprattutto per i risvolti che questa decisione, se concretizzata, potrebbe avere sugli assistiti”. Questo il commento del segretario nazionale dell’Anaao Assomed, Carlo Lusenti, all’ipotesi di privatizzazione di molti nosocomi pubblici avanzata dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per risolvere i problemi del sistema sanitario. “Il modello del project financing a cui pensa il Governo è già adottato in sanità – sottolinea Lusenti in una nota – ma interessa settori secondari quali mense, lavanderie, parcheggi eccetera, e non può in nessun modo, a nostro giudizio, interferire nell’assistenza che è e deve rimanere saldamente in mano al pubblico. La ventilata spartizione delle cure tra privato e pubblico, addirittura nello stesso ospedale, creerebbe inevitabilmente iniquità di accesso ed è destinata a moltiplicare modelli competitivi anomali, rivolti più alla quantità che alla qualità delle prestazioni. L’Anaao Assomed – prosegue il segretario nazionale del sindacato – nei suoi 50 anni di storia sindacale ha sempre promosso, presso la categoria e le forze politiche e sociali, il Servizio sanitario nazionale pubblico come modello operativo all’interno del quale elaborare l’insieme delle politiche sanitarie, nella consapevolezza che questo sia l’unico sistema in grado di garantire la tutela della salute con efficacia, equità e pari opportunità di accesso alle prestazioni richieste dai cittadini”. L’Anaao Assomed rifiuta anche i toni e il metodo del Governo. “Siamo stanchi – scrive Lusenti – di questi continui attacchi alla sanità senza neppure intravedere un progetto compiuto. Il Governo procede per slogan, si rifiuta di affrontare i problemi con senso di responsabilità, con l’unico risultato di gettare discredito su un settore così delicato e creare confusione nell’opinione pubblica. Invitiamo l’Esecutivo – conclude Lusenti – a mettere in campo strategie e interventi condivisi con tutti gli attori coinvolti, nell’esclusivo interesse e rispetto della salute dei cittadini italiani”