Ottantasei pazienti oncologici su 100 giudicano ottima l’assistenza ricevuta dal Servizio sanitario regionale, anche se dichiarano che il processo di comunicazione e quello di presa in carico non sempre hanno funzionato al meglio (NdS il restante 14 % – evidentemente – non la valuta così, e su questo c’è da riflettere). E’ questo il risultato di una indagine telefonica, condotta dal Laboratorio Management e Santità della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa su incarico dell’ITT, rivolta ai pazienti con tumore alla mammella e al colon retto, già precedentemente campionati per lo studio sull’adesione alle Raccomandazioni cliniche. L’indagine ha permesso di ricostruire il percorso vissuto da 645 pazienti oncologici toscani e di osservare congiuntamente come il Sistema sanitario regionale risponde ai bisogni dei propri assistiti sia in termini sanitari che di umanizzazione e organizzazione del percorso. Per monitorare la qualità dell’assistenza oncologica occorre infatti non solo verificare l’applicazione dei protocolli condivisi dai professionisti, ma anche capire se effettivamente intorno al paziente è stato costruito un percorso di cure di cui egli stesso è protagonista consapevole. Nessuno meglio dello stesso paziente può valutare se l’assistenza ricevuta è stata tempestiva, continua, coordinata ed informata.
L’assistenza ricevuta in ciascuna fase è stata valutata molto positivamente, con una criticità relativa alla informazione. In particolare in alcuni casi i pazienti operati hanno dichiarato di non essere stati esaustivamente informati sui rischi legati all’intervento, mentre i pazienti sottoposti a chemio/radioterapia avrebbero voluto ricevere maggiori informazioni su come la propria quotidianità sarebbe cambiata.
Ma la vera criticità del percorso, secondo l‘indagine, è la presa in carico. Sebbene l’85,40% dei pazienti sapesse a chi rivolgersi in ciascuna fase, si è trattato probabilmente ogni volta di professionisti diversi, non sempre coordinati tra loro.
Dallo studio emergono inoltre evidenze che riguardano le aspettative dei pazienti. Il livello di istruzione è una discriminante importante nella fruizione dei servizi sanitari: anche se i protocolli clinici sono applicati a tutti i pazienti e i servizi offerti sono probabilmente gli stessi, i soggetti con titolo di studio più elevato appaiono più critici nella valutazione dell’assistenza rispetto agli altri.
Incrociando alcuni indicatori di qualità clinica con quelli di soddisfazione è infine emerso che i pazienti valutano con maggiore soddisfazione l’assistenza ricevuta quando questa risponde alle Raccomandazioni cliniche regionali.