bufale salutiste

Lo yogurt o il latte o il formaggio che promette di fare crescere ragazzetti robusti e senza carie, la merenda a base di frutta e fermenti con lactobacilli che garantisce di donare loro un sistema immunitario a prova di bomba, le pastigliette ai semi di lino e soia che si propongono come le migliori alleate delle donne contro l’osteoporosi. Quindi quelle a base di fichi d’India che si attribuiscono poteri anticolesterolo. Si tratta di bufale in quasi il 90% dei casi. A dirlo è l’Autorità europea sulla sicurezza alimentare (Efsa) che, dopo aver ricevuto mandato dalla Ue di valutare il nesso diretto tra slogan salutistici e reali proprietà benefiche di alcuni prodotti alimentari, ha reso noti i risultati dei primi esami effettuati: 7 messaggi su 8 non hanno superato la prova, non c’è studio scientifico che dimostri che quello che promettono è vero. Una microfotografia, sostengono le associazioni dei consumatori, dall’Aduc ad Altroconsumo, estendibile su larga scala anche ai prodotti italiani. «Non sono le singole aziende a essere state bocciate, ma gli ingredienti sbandierati come miracolosi sulle confezioni di prodotti in vendita in Europa». Come dire: «Così come succede per le sentenze, queste “pagelle” faranno scuola». Il regolamento comunitario (1924/2006) parla chiaro: ogni promessa lanciata attraverso etichette o slogan promozionali deve essere mantenuta. Le aziende, a seconda del prodotto che pubblicizzano, hanno tempo fino al 2010/2015 (Nds con calma e senza fretta! Quanto continueranno ad incassare ed a guadagnare lanciando messaggi falsi?) per mettersi a norma. Finestra giudicata eccessiva da consumatori ed esperti. A quelli dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare è stato affidato il compito di verificare ogni «promessa»: 220 gli slogan di prodotti alimentari per i quali è stato richiesto un parere da parte di aziende private (ma anche di multinazionali o consorzi di produttori); 2.500 le sollecitazioni d’ogni tipo presentate all’Efsa dalla commissione europea. Degli otto slogan presi in esame (britannici, tedeschi, francesi e irlandesi) cinque assicurano benefici per lo sviluppo e la salute dei più piccoli e tre una riduzione del rischio di malattie degli adulti. Tutte bocciate le «children promesse».
L’unica ad aver ottenuto il via libera dell’Efsa è stata quella che attribuisce agli steroli vegetali vantaggi per il cuore: riducono il colesterolo cattivo, dicono ben 41 studi clinici elencati dagli scienziati.
«Certo, al ritmo di otto prodotti alla volta, non si va molto lontano» dice Franca Braga, supervisore indagini alimentari dell’associazione. Che poi aggiunge: «Queste prime “pagelle”, però, sono un importante indicatore scientifico che segna la strada non solo per le aziende prese in esame ma per l’intero settore».

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