I calcoli alla cistifellea (o colecisti): si stima che siano presenti in circa il 20% degli adulti di età superiore ai 40 anni (in età riproduttiva F:M 4:1) e nel 30% di quelli di età superiore ai 70 anni (lo squilibrio F/M si riduce in età avanzata); diabete, obesità sono tra i principali fattori di rischio.
Nella maggior parte dei casi i calcoli della cistifellea non danno sintomi; ecco perché la colecistectomia (rimozione chirurgica delle cistifellea) laparoscopica (la tecnica d’intervento di prima scelta attualmente), va riservata solo a casi specifici.
Il miglior test diagnostico per i calcoli biliari è ecografia addominale (ecografia addome superiore / ecografia addome completo): specificità del 90% e l’operatore esperto può rilevare calcoli fino a 2 mm (in condizioni di ottimale esplorabilità), nonché fango biliare e polipi della cistifellea.
Cosa sono i calcoli della cistifellea o colecisti?
Sono agglomerati (come delle piccole pietre), di dimensioni variabili da pochi millimetri a qualche centimetro, che si formano all’interno della colecisti, e possono essere di colesterolo, i più diffusi, e i calcoli cosiddetti pigmentari, costituiti da bilirubinato di calcio.
Bruciore di stomaco, gonfiore e difficoltà a digerire a volte sono attribuiti alla presenza dei calcoli ma, in realtà, l’unico sintomo certamente ascrivibile ai calcoli alla colecisti è la colica biliare, caratterizzata da dolore a spasmi alla bocca dello stomaco o al fianco destro. Il dolore dipende dal fatto che un calcolo più o meno grosso si incunea nel condotto che porta la bile – prodotta dal fegato – nell’intestino.
In genere con l’uso di farmaci antinfiammatori la colica si risolve e la diagnosi di calcoli colecistici può essere confermata dall’ecografia addominale.
Che cosa fare?
Se i calcoli non danno sintomi (meno del 50% dei pazienti con calcoli biliari svilupperà sintomi) va adottata un strategia di vigile attesa, a meno che coesistano fattori di rischio, come il diabete o una familiarità per il cancro delle vie biliari. I professionisti dovrebbero sapere che non tutti i calcoli biliari richiedono un intervento chirurgico: la decisione deve essere presa di comune accordo tra tra il medico di base, l’infermiere, il radiologo, il gastroenterologo, il paziente e il chirurgo. Se invece il paziente ha già avuto coliche biliari o ha complicanze, si rende necessaria la colecistectomia (asportazione chirurgica della colecisti): non si rimuovono solo i calcoli biliari: è stato dimostrato che si ripresentano dopo circa un anno.
Solo i microcalcoli (sotto i 5 millimetri) possono essere “sciolti” con acidi biliari (il farmaco di scelta è l’acido ursodesossicolico: la terapia può funzionare, ma non sempre, il costo è totalmente a carico dell’assistito!).
Quali sono le possibili complicanze dei calcoli?
La colecistite acuta ovvero l’infiammazione della colecisti dovuta all’ostruzione ed al ristagno di bile nella colecisti è la complicanza più frequente. Il dolore è simile a quello della colica biliare, ma più persistente (anche per qualche giorno). Possono comparire febbre e ittero (colorito giallo della cute e delle sclere).
Un’altra complicanza è l’ ittero ostruttivo: il deflusso della bile dal fegato all’ intestino è ostacolato, solitamente a causa di un calcolo che blocca il coledoco (condotto che porta la bile dal fegato all’ intestino) facendo ristagnare la bile a monte.
Molto temibile è la pancreatite acuta , infiammazione del pancreas secondaria alla migrazione del calcolo in coledoco e a ostruzione del dotto pancreatico. Dopo una pancreatite anche lieve è bene ricorrere alla colecistectomia nell’ arco delle settimane successive.
Quali sono le possibili complicanze della colecistectomia (intervento chirurgico)?
Oggi il tasso di mortalità dopo colecistectomia laparoscopica è inferiore all’1%; colecistectomia in emergenza (quindi persone con colica addominale biliare acuta ed eventualmente complicanze) 10% o superiori. Altre complicanze includono calcoli ritenuti nel dotto biliare, ernia incisionale e dolore cronico al quadrante superiore destro. Nonostante il fatto che la colecistectomia laparoscopica sia ora lo standard di cura per i calcoli biliari sintomatici, i tassi di lesione del dotto biliare durante l’intervento chirurgico continuano ad aumentare.
Gravidanza e colecistectomia
nel primo trimestre di gravidanza una colecistectomia è da considerare piuttosto sicura, nel terzo trimestre maggior rischio di complicazioni.
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La colecistectomia è indicata per i pazienti con calcoli biliari sintomatici o fango biliare.
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