I calcoli renali possono esser scoperti per caso (con un’ecografia di routine) essendo, non raramente, del tutto asintomatici; non bisogna dimenticare che la presenza di calcoli, asintomatici, rende tali pazienti a rischio più elevato di sintomi nei successivi 5 anni.
La manifestazione clinica tipica dei calcoli renali (o ureterali) è la colica renale
- dolore tipicamente lancinante e intermittente; origina solitamente al fianco o nella regione renale e si irradia attraverso l’addome lungo il decorso dell’uretere, frequentemente nella regione genitale e nel lato interno della coscia. I calcoli vescicali possono provocare dolore sovrapubico.
- sanguinamento urinario (macroematuria)
- ostruzione (che si manifesta, all’ecografia, con il quadro di idronefrosi – vedi foto)
- infezione secondaria
I sintomi gastrointestinali di accompagnamento (nausea, vomito, distensione addominale, il quadro clinico di ileo) possono dissimulare l’origine urinaria.
Brividi, febbre, ematuria e pollachiuria sono frequenti, particolarmente quando un calcolo scende nell’uretere e progredisce, lentamente, verso la vescica.
Il rene interessato può, temporaneamente, non funzionare nella colica renale acuta dovuta a calcolo ureterale ostruttivo.
Esame di primo livello è l’ecografia dell’addome: talora l’ecografia non è in grado di documentare la presenza di calcoli nel distretto anatomico dell’uretere ma evidenzia con più facilità la dilatazione del distretto escretore (segno indiretto della presenza di calcoli).
L’ecografia ha sensibilità del 19–93% e specificità dell’ 84–100% nell’evidenziare la presenza di calcoli.
Il 95% dei calcoli < 4 mm viene espulso spontaneamente entro 40 giorni; i calcoli ureterali <6 mm hanno buone possibilità di esser espulsi spontaneamente in pazienti ben controllati. Calcoli > 6 mm sono in genere sottoposti a trattamento attivo anche se è descritta, più raramente, l’espulsione spontanea.
E’ sempre bene ricordare che l’analisi chimica del calcolo è fondamentale: bisogna raccomandare di filtrare le urine.
Altrettanto importante è sincerarsi dell’espulsione del calcolo e del ripristino della normale funzione renale.
Le linee guida suggeriscono il watchful waiting quale opzione alternativa per i calcoli ureterali <10 mm.
Altri fattori predittori di espulsione spontanea, entro 4 settimane, dei calcoli ureterali distali (non prossimali) sono la sede (sinistra meglio di destra) e la presenza di idronefrosi moderata / massiva (calcoli poco o per nulla ostruttivi hanno minori possibilità di esser espulsi spontaneamente).
BIBLIOGRAFIA
Turk C
EAU Guidelines on Diagnosis and Conservative Management of Urolithiasis
EUROPEAN UROLOGY 69 (2016) 468–474
Johan Jendeberg et al
Size matters: The width and location of a ureteral stone accurately predict the chance of spontaneous passage
Eur Radiol. 2017; 27(11): 4775–4785. PMCID: PMC5635101
AGGIORNAMENTO 2024 (fonte: Istituto Superiore Sanità ISS)
Utilizzare l’acqua del rubinetto è conveniente per le nostre tasche e una abitudine sostenibile perché permette di ridurre l’uso di enormi quantità di plastica e di limitare l’inquinamento dovuto a trasporto, distribuzione e smaltimento delle bottiglie.
È una falsa convinzione pensare che bere l’acqua del rubinetto, anche quella ad elevato residuo fisso, vale a dire ricca di sali di calcio e magnesio, possa favorire la formazione di calcoli renali.
fonte 2018 Istituto Superiore Sanità ISS
Ho scritto vari articoli sui calcoli renali, li trovi tutti qui.
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