E’ estate, fa caldo, magari si beve meno del necessario e quindi il rischio di coliche renali aumenta (non mi credete? lo hanno dimostrato a Pisa ed in Giappone!).
I calcoli renali (che, spesso, provocano le coliche renali) sono un problema che affligge, almeno una volta nella vita, il 10% della popolazione adulta.
Negli USA circa 1 adulto su 1000 viene ricoverato ogni anno per coliche renali da calcolosi urinaria.
E’ bene ricordare che un paziente che ha avuto un primo calcolo di ossalato di calcio, ha probabilità di formare un secondo calcolo pari a circa il 15% a distanza di 1 anno, del 40% circa a 5 anni e del 50% circa a 10 anni: appare pertanto importante recuperare (filtrando le urine) ed analizzare il calcolo.
La calcolosi urinaria è una patologia estremamente eterogenea e complessa: la formazione del calcolo è il risultato del contributo contemporaneo di numerosi fattori legati a
- stile di vita
- alimentazione
- ambiente
- metabolismo
- anatomici
Non dimenticate che, se si beve poca acqua, si produrrà poca urina che sarà più concentrata (specialmente d’estate quando, a causa del caldo, aumenta l’eliminazione di acqua tramite la sudorazione) e quindi si facilita la permanenza e l’aggregazione delle sostanze che formeranno il calcolo vero e proprio portando eventualmente alle coliche renali. Un trucco per capire se si è sufficientemente idratati è osservare le proprie urine: se sono giallo pallido sono perfette, se sono giallo scuro o marroni è meglio bere di più.
I calcoli renali possono esser scoperti per caso (con un’ecografia di routine) essendo, non raramente, del tutto asintomatici.
Spesso, invece, provocano le classiche coliche renali con dolore, sanguinamento urinario (macroematuria), ostruzione (che si manifesta, all’ecografia, con il quadro di idronefrosi – vedi foto) e infezione secondaria. Si può avere dolore dorsale/lombare quando i calcoli ostruiscono uno o più calici, la pelvi renale oppure l’uretere.
La colica renale è tipicamente lancinante e intermittente; origina solitamente al fianco o nella regione renale e si irradia attraverso l’addome lungo il decorso dell’uretere, frequentemente nella regione genitale e nel lato interno della coscia. I calcoli vescicali possono provocare dolore sovrapubico.
I sintomi gastrointestinali di accompagnamento (nausea, vomito, distensione addominale, il quadro clinico di ileo) possono dissimulare l’origine urinaria.
Brividi, febbre, ematuria e pollachiuria sono frequenti, particolarmente quando un calcolo scende nell’uretere e progredisce, lentamente, verso la vescica.
Il rene interessato può momentaneamente non funzionare nella colica renale acuta dovuta a calcolo ureterale ostruttivo.
E veniamo alla prevenzione mediante l’alimentazione: da sola non è sufficiente a prevenire la comparsa di calcoli renali.
Essendo la maggior parte dei calcoli costituita da cristalli di ossalato di calcio, per molti anni si è creduto opportuno far ridurre l’apporto di calcio nella dieta nei soggetti con questa malattia.
La vitamina C in grande quantità può aumentare l’eliminazione di questo minerale con le urine.
Il controllo del peso è fondamentale, perché sovrappeso ed obesità causano complicazioni metaboliche che, indirettamente, concorrono alla formazione dei calcoli.
Si è già detto dell’importanza di bere acqua, che deve essere introdotta in quantità proporzionale al peso corporeo. In genere tra 1,5 e 2,5 litri al giorno, e dovrebbe essere assunta anche fuori dei pasti. Non è indispensabile bere acque fortemente povere di minerali; vanno comunque evitate acque così dette dure, perché contenenti eccessive quantità degli stessi.
Alcuni consigli pratici e semplici per la prevenzione dei calcoli renali (e delle coliche)
- bere tanto per urinare tanto: produzione di urine non inferiore ai 2 litri al giorno
- apporto giornaliero di calcio non superiore a 1,2 grammi al giorno: non più di tre porzioni di cibi derivati del latte (ad esempio un bicchiere di latte al mattino, un pezzo di formaggio a pranzo e uno yogurt la sera garantiscono un apporto di calcio sufficiente e adeguato)
- un apporto di proteine non superiore a 1,5 grammi pro-chilogrammo al giorno
- apporto di sodio inferiore ai 9-10 grammi al giorno, che si traduce pertanto in una assunzione moderata di carne, pesce e legumi e non più di una volta al giorno e una riduzione globale dell’utilizzo del sale in cucina (NdS le indicazioni OMS WHO, valide anche per l’ipertensione arteriosa, suggeriscono di star ancora più bassi!).
- ridurre assunzione di cibi ricchi di ossalato (cioccolato, spinaci, barbabietole, frutta secca, fagioli, asparagi, tè nero)
- assumere un bicchiere di succo di arancia al giorno, che permette un adeguato apporto di vitamina C e citrato, sostanze che inibiscono la cristallizzazione delle urine.
- E’ oramai acclarato che le bibite gassate e zuccherate incrementano il rischio di formazione di calcoli urinari: ne avevo parlato in questo articolo.
- Cinque classi di antibiotici sono associate ad un incremento del rischio di calcoli renali: si sospetta che la riduzione della flora batterica indotta dagli antibiotici, con le susseguenti alterazioni nel metabolismo dei macronutrienti, possa portare alla promozione della nefrolitiasi.
Per quanto riguarda la spinta farmacologica per facilitare l’espulsione del calcolo, un nuovo studio si è aggiunto alle evidenze secondo cui gli alfa-bloccanti non accelerano il passaggio dei calcoli ureterali che si presentano con coliche renali rispetto al placebo: ne consegue che le linee guida che raccomandano la tamsulosina per i calcoli ureterali dovrebbero essere revisionate.
Approfondimenti
Heilberg IP1, Goldfarb DS.
Optimum nutrition for kidney stone disease
Adv Chronic Kidney Dis. 2013 Mar;20(2):165-74. doi: 10.1053/j.ackd.2012.12.001
Cupisti A et al
Renal colic in Pisa emergency department: epidemiology, diagnostics and treatment patterns.
Intern Emerg Med. 2008 Sep;3(3):241-4. doi: 10.1007/s11739-008-0145-z. Epub 2008 Apr 24
Gregory E. Tasian et al
Oral Antibiotic Exposure and Kidney Stone Disease
J Am Soc Nephrol online 2018, pubblicato il 10/5 doi:10.1681/ASN.2017111213
Andrew C. Meltzer et al
Effect of Tamsulosin on Passage of Symptomatic Ureteral Stones A Randomized Clinical Trial
JAMA Intern Med. Published online June 18, 2018. doi:10.1001/jamainternmed.2018.2259
AGGIORNAMENTO 2024 (fonte: Istituto Superiore Sanità ISS)
Utilizzare l’acqua del rubinetto è conveniente per le nostre tasche e una abitudine sostenibile perché permette di ridurre l’uso di enormi quantità di plastica e di limitare l’inquinamento dovuto a trasporto, distribuzione e smaltimento delle bottiglie.
È una falsa convinzione pensare che bere l’acqua del rubinetto, anche quella ad elevato residuo fisso, vale a dire ricca di sali di calcio e magnesio, possa favorire la formazione di calcoli renali.
fonte 2018 Istituto Superiore Sanità ISS
Ho scritto vari articoli sui calcoli renali, li trovi tutti qui.
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