Mentre l’incidenza del cancro della prostata nei paesi occidentali è raddoppiata negli ultimi 30 anni, la sua mortalità è rimasta invariata; rimangono dubbi sullo screening con il PSA, gli esperti sono tuttora divisi sui potenziali benefici e rischi. Nei casi di diagnosi di tumore della prostata l’efficacia dei trattamenti può essere correlata alla loro tempestività di esecuzione, sempre nell’incertezza di possibili conseguenze rilevanti come impotenza ed incontinenza urinaria nel caso di prostatectomia e con un’elevata morbidità nel caso di cancro della prostata metastatico che comprende tra l’altro anemia, perdita di peso, fratture patologiche, compressione del midollo spinale, dolore, ematuria e insufficienza renale cronica.
Quindi un paziente che riceve la diagnosi di tumore della prostata è comunque sottoposto ad un evento stressante che andrebbe opportunamente considerato da parte del medico nell’ambito di una crescente evidenza che eventi di vita che provocano stress al paziente possono aumentarne il rischio di ammalare o di morire per malattie cardiovascolari o malattie mentali.
Il suicidio rappresenta 1,5% di tutti i decessi ed è la decima causa di morte nel mondo: di solito un evento esterno innesca il suicidio in soggetti psicologicamente labili. Negli uomini anziani, il suicidio è fortemente legata al disturbo psichiatrico, con la depressione come fattore principale. La rigidità cognitiva e i tratti ossessivi sembrano aumentarne il rischio, probabilmente perché minano la capacità degli anziani di affrontare le sfide dell’invecchiamento della popolazione, che spesso richiedono modifiche sostanziali. Le malattie fisiche, i lutti e la perdita di indipendenza sono altri fattori importanti.
Alcuni studi recenti hanno dimostrato un’associazione significativa tra la diagnosi di cancro alla prostata e l’aumento dell’incidenza di suicidio: uomini con cancro prostatico localmente avanzato e metastatico sono ad aumentato rischio di suicidio durante l’anno che segue alla diagnosi. Quindi anche se il suicidio si manifesta solo in una piccola percentuale di soggetti con ansia grave, disturbi dell’umore o depressione, questi risultati meritano considerazione. L’attenzione del team di cura viene richiamata sul peso di questi sintomi e su comunicazione e spiegazione accurate di malattia, trattamento e prognosi.
In conclusione queste evidenze orientano i mmg e gli specialisti urologi e oncologi a considerare le tecniche di counseling psicologico per avviare uno screening precoce del cancro della prostata in uomini asintomatici e per monitorare correttamene la salute psichica dei pazienti di nuova diagnosi di cancro alla prostata sintomatici al fine di saper individuare i soggetti ad aumentato rischio di suicidio.
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