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cancro dell’esofago: più elevato il rischio nell’8% della popolazione (se bevitori di alcol)

Bere alcolici aumenta l’esposizione a diversi tumori, compresi quelli del cavo orale e dell’esofago. Per chi s’infiamma in viso quando beve anche solo un bicchiere di vino, birra o liquore (a causa di alterazione dei geni che regolano l’enzima chiamato aldeide deidrogenasi 2 ALDH2,  diffusa soprattutto fra gli asiatici, presente in forma più sporadica anche nelle popolazioni europee) il drink può costare più caro in termini di salute.  Secondo uno studio (a cura di esperti del National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism statunitense e del centro sull’alcolismo del Kurihama National Hospital giapponese) apparso sulla rivista PLoS Medicine, questo difetto riguarda almeno 540 milioni di persone, ovvero l’otto per cento della popolazione al mondo, ed è la spia di un rischio molto più alto della media di sviluppare un tumore dell’esofago. Non c’è nessuna differenza, invece, per gli astemi.
Visti i dati raccolti, suggeriscono i ricercatori, varrebbe la pena considerare l’arrossamento improvviso come segnale d’allarme: chi ne soffre potrebbe essere portatore del difetto in ALDH2 e dunque i medici curanti dovrebbero aiutarlo a bere meno e a tenersi sotto controllo clinico. «Se i bevitori, anche moderati, con questa alterazione riducessero il consumo di alcolici, si potrebbe ad esempio prevenire il 53 per cento dei tumori dell’esofago fra gli uomini giapponesi» ha stimato il team di esperti.
L’aldeide deidrogenasi 2 ALDH2 ha il compito importante di metabolizzare l’acetaldeide, un sottoprodotto dell’alcol tossico e cancerogeno. Molte persone hanno delle alterazioni genetiche che inibiscono del tutto il funzionamento di ALDH2 oppure lo rendono inadeguato. Se l’enzima non funziona per niente, l’ingestione di bevande alcoliche si traduce rapidamente in un accumulo di acetaldeide nell’organismo che, intossicato, manifesta non solo rossore, ma anche tachicardia, nausea, vertigini, sudorazione eccessiva. Il risultato è che i soggetti colpiti difficilmente diventano dei bevitori e questo li protegge da vari rischi per la loro salute, tumori compresi. Nel caso più frequente, invece, di una riduzione parziale dell’azione di ALDH2, i sintomi sono più attenuati e c’è chi riesce a sviluppare una tolleranza all’acetaldeide e diventa un forte bevitore abituale. Proprio loro sono i più esposti al danno tumorale a carico dell’esofago, anche se, ricordano gli esperti, il consumo di alcol rappresenta per tutti un fattore di rischio. Da arginare innanzitutto con la moderazione.

Dott Sabino Berardino: Dott Sabino Berardino Medico Chirurgo, a Firenze Specialista in Medicina Interna perfezionato in Ecografia ed Ecocolordoppler Vascolare Master di I livello in 'nuove tecnologie in Medicina - elearning'
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