l’articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista JAMA è categorico: sottoporre le donne ad uno screening per il cancro dell’ovaio genera più danni che vantaggi.
Sembra incredibile (mi trovano il cancro prima: mi salverò per certo!) e invece, allo stato attuale delle conoscenze scientifiche si afferma che è meglio non far nulla che sottoporsi a screening (volontari, sia ben chiaro! Non esistono programmi di screening di popolazione per tale patologia).
Il perchè è chiaro (a noi medici: provati, però, a spiegarlo al paziente): nessun metodo di screening del cancro dell’ovaio riesce a ridurre, effettivamente, il tasso di mortalità (ovvero che tu lo trovi prima o lo scopri in ritardo: morirai uguale, nello stesso lasso di tempo).
Aggiungete inoltre il problema dei falsi positivi: ulteriori accertamenti, rischi non necessari – come ad esempio interventi di chirurgia maggiore – a cui si sottopone il paziente per procedure di approfondimento per scoprire che malattia non c’è (o, se c’è, non è grave).
Parliamo, a far chiarezza ed a evitar dubbi, di donne asintomatiche che non hanno disturbi che ogni sei mesi/un anno/due anni decidono spontaneamente di far un esame (ecografia, esami del sangue) per vedere se hanno qualcosa (che tutti sappiamo esser il cancro!); tale raccomandazione non si applica, invece, a donne che abbiano sintomi sospetti, che hanno storia di cancro (ovarico, non dell’intestino o della mammella!) in famiglia, che siano portatrici di mutazione genetiche specifiche.
Siamo sovraccarichi di speranza, ed è una malattia terribile . . . .
Cito, in parte, un ottimo articolo del New York Times che si rifà all’articolo pubblicato da Anita Slomski su JAMA Screening Women for Ovarian Cancer Still Does More Harm Than Good.
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AGGIORNAMENTO 2020: CA125, test ematico per il rilevamento dei tumori ovarici, si è dimostrato molto più efficace del previsto in medicina di base e le attuali linee guida NICE dovrebbero essere aggiornate onde consentire una diagnosi più accurata della malattia da parte dei medici di base: studio effettuato sui dati di più di 50.000 donne sottoposte al test ematico del CA125, effettuato da Garth Funston dell’Università di Cambridge
Garth Funston et al
The incidence of non-ovarian cancers in women with elevated CA125 levels in General Practice
NCRI Cancer Conference 2019, abstract presentato il 5/11/19