premessa: come in tutte le attività umane, se io campo vendendo cartelle cliniche elettroniche (GE, Cerner Corporation) avrò dati e studi a supporto dell’utilità di tale prodotto . . .
Io continuo a credere che sarebbero un gran passo avanti nell’evitare sprechi e razionalizzare il controllo sanitario delle persone.
Le cartelle cliniche elettroniche erano state annunciate pochi anni fa come strumento innovativo in grado di abbattere costi e offrire decisi miglioramenti nella gestione dei pazienti da parte di medici e strutture ospedaliere. Ma le promesse non sarebbero state mantenute, stando a una recente indagine condotta negli Stati Uniti dalla Rand Corporation, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista accademica Health Affairs e poi ripresi dal New York Times. Era stata la stessa Rand Corporation, la nota think tank statunitense, che nel 2005 aveva espresso previsioni molto ottimistiche di una crescita esplosiva dell’industria delle cartelle mediche elettroniche e, dopo un’indagine sponsorizzata da alcune aziende attive nel settore, come General Electric e Cerner Corporation, aveva incoraggiato il governo degli Stati Uniti a incentivare con milioni di dollari gli ospedali e i medici disposti a riconvertire gli archivi cartacei. «Non abbiamo raggiunto i benefici sperati in termini di produttività e qualità», afferma Arthur L. Kellermann, uno degli autori di questa seconda indagine. Benefici notevoli si sono invece avuti nei guadagni di aziende come la Cerner, che dal 2005 a oggi ha triplicato il fatturato. La spesa sanitaria degli Stati Uniti è salita nel frattempo a 800 miliardi di dollari e le cause non sono certo imputabili alla mancata rivoluzione delle cartelle cliniche elettroniche. L’idea è comunque buona, secondo gli esperti della Rand, ma i sistemi attualmente in uso non sono adeguati e non permettono una condivisione dei dati tra archivi diversi e tra medici e pazienti. In ogni caso, «la tecnologia offre solo degli strumenti: il sistema di cartelle cliniche elettroniche può contribuire a una maggiore efficienza, ma può anche essere utilizzato in modo improprio». Uno dei timori è che questi software rendano più facili a medici e ospedali fatturare per servizi che non hanno offerto e anche Medicare, l’agenzia che gestisce il programma federale di assicurazione sanitaria pubblica, sta indagando su possibili abusi.