Arriva il conciliatore: dal 21 marzo 2011 diventa obbligatorio per legge il tentativo di trovare un accordo tra strutture, operatori della sanità e cittadini vittime di presunti errori o casi di malasanità; non sarà quindi più possibile rivolgersi direttamente alla magistratura per le controversie di questo tipo, se prima non si è cercato di arrivare a un accordo.
Questa sorta di ‘mediatore’ potrà essere un avvocato, un medico o un ex giudice di pace e tutti i laureati iscritti a un collegio o ad un ordine professionale, solo dopo aver seguito un corso di formazione ad hoc di 50 ore”.
Grazie a un’intesa siglata con il Consiglio nazionale forense (Cnf) la Fnomceo pensa infatti all’istituzione di scuole di formazione nell’ambito dei 26 distretti delle Corti d’appello, attraverso cui sono organizzati gli Ordini forensi.
Quella della conciliazione – dichiara invece Maggiorotti, presidente di Amami, l’Associazione per i medici accusati di malpractice ingiustamente – è una via giusta ma, ad oggi, così com’è strutturato, lo strumento non funziona. Mostrerà subito i suoi limiti. Ad esempio non si capisce bene quale sarà il ruolo delle assicurazioni. Insomma se non ci saranno modifiche, così com’è la legge è inapplicabile.