Pancia piatta ma ‘lato B’ rotondo? Attenzione comunque al cuore perché, contrariamente a quanto si pensi, il grasso dei glutei non è molto più innocuo di quello addominale. A sfatare la convinzione che finora ha consolato le persone con il corpo a pera, illuse di essere quantomeno più protette di quelle a mela dal punto di vista cardiovascolare, è un gruppo di scienziati americani dell’University of California Davis Health System, pubblicato online sul ‘The Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism‘, e che sarà riportato in marzo sulla versione cartacea della rivista.
“Il grasso addominale è stato a lungo considerato il più pericoloso per la salute, mentre quello dei glutei viene ritenuto protettivo contro diabete, malattie del cuore e sindrome metabolica. Ma la nostra ricerca sfata il mito che il grasso dei glutei sia innocente”, afferma Ishwarlal Jialal, responsabile dello studio. Valutando 45 pazienti con sindrome metabolica iniziale (almeno tre fattori di rischio inclusi obesità centrale, ipertensione, aumento della glicemia al di sotto della soglia di diabete, livelli elevati di grassi nel sangue in assenza di cardiopatie e diabete), e 30 soggetti controllo con meno di due fattori di rischio, glicemia e trigliceridi normali, nei pazienti con sindrome metabolica il team Usa ha osservato che la presenza di grasso nella zona dei glutei, indipendentemente da età, indice di massa corporea e girovita si associa a livelli anomali di due proteine – la chemerina e l’omentina-1 – correlate a infiammazione e resistenza insulinica, anticamera del diabete.
In particolare, livelli elevati di chemerina sono legati a 4 su 5 fattori ‘spia’ della sindrome matabolica. I ricercatori ritengono quindi che “futuri e più ampi studi epidemiologici dovrebbero valutare il ruolo di questa proteina come biomarker per lo sviluppo di diabete e malattie cardiovascolari nella sindrome metabolica”.