una breve vacanza, forzosa per chiusura totale di uno degli istituti presso cui lavoro, mi regala qualche giorno in Sardegna: mi piace leggere i giornali locali per avere il polso della situazione, per capire cosa accade oltre i cancelli dell’albergo, nel posto in cui vado a vivere sia pur per qualche giorno.
Mi colpisce, tra le altre, la notizia del capo-portiere degli hotel di lusso della costa smeralda sospettato di aver evaso oltre 2 milioni di euro (leggasi: oltre 4 miliardi delle vecchie lire) nel 2005/2006: un portiere, sia pur con mansioni di capo, mette in piedi un business oserei dire florido e di tal portata che sarà difficile – per me – e per tanti colleghi medici raggiungere mai nella propria vita professionale (lavorando onestamente).
Vien da pensare che la crisi è per i fessi (leggasi quelli che lavorano onestamente e correttamente pagano le tasse) e che c’è un mondo di sommerso, di furbi (quanti yacht c’erano, in questi giorni!) che vivono alla grande nonostante, o forse proprio grazie, alla crisi . . . .
Ha una fisionomia particolare l’operazione antievasione compiuta dalla Guardia di finanza in Costa Smeralda: si chiama “Black Coast”. Nel mirino i portieri-imprenditori, ossia i portieri d’albergo con una doppia attività svolta ai danni del fisco. E il risultato sono 5,8 milioni di redditi non dichiarati, due milioni di Iva e oltre 300mila euro tra mancate annotazioni e Irap evasa, recuperati a tassazione. >>>