In sintesi
- lo screening basato sull’autopalpazione delle mammelle non è più raccomandato in quanto, secondo gli esperti, mancano prove evidenti che la tecnica contribuisca alla diagnosi precoce del cancro al seno prima o dopo i 40 anni.
- donne a rischio medio di cancro al seno dovrebbero essere sottoposte a mammografia annuale dai 45 anni e dovrebbe essere offerta loro l’opportunità di scegliere se iniziare lo screening da 40 anni, nonostante in giovane età i benefici dello screening siano spesso superati da potenziali danni quali la sovradiagnosi e l’eccesso di falsi positivi.
- Nelle cinquantacinquenni, tenuto conto dei potenziali danni da sovradiagnosi e da eccesso di falsi positivi, appare indicata la mammografia ogni due anni; la cadenza annuale resta ancora un’opzione praticabile per chi volesse sceglierla.
L’ACS raccomanda infine che le donne siano informate sui fattori di rischio alla base del tumore al seno, ma anche su rischi e benefici, limitazioni e danni dello screening mammografico. A questo punto la summa delle linee guida principali, quelle dell’Acs e dell’US Preventive Services Task Force (Uspstf), sono più coerenti.
Le lettrici più attente avranno notato la specifica definizione e staranno chiedendosi, mi auguro: ma come faccio a capire se sono a medio rischio di esser colpita dal cancro della mammella ?
Vi sia ben chiaro che una banale definizione (medio rischio) apre una finestra su un livello di complessità ulteriore – come quasi sempre, in medicina: ecco un approfondimento a riguardo.
Da non dimenticare: aumento del rischio di cancro tiroideo nelle donne a cui è stato diagnosticato un tumore della mammella.
BIBLIOGRAFIA
Jama 2015. doi: 10.1001/jama.2015.12783
http://jama.jamanetwork.com/article.aspx?doi=10.1001/jama.2015.12783
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http://jama.jamanetwork.com/article.aspx?doi=10.1001/jama.2015.13086