da corriere.it
Non investiranno certo le cifre formidabili di Britney Spears che per tornare in forma è capace di bruciare 22 mila dollari al mese, personal trainer, nutrizionista e coreografo inclusi. Eppure gli italiani non lesinano spese quando si tratta di buttare giù chili e grasso incassati tra Natale e Capodanno. Un pacchetto dimagrante comprensivo di prima visita e schema alimentare presso lo studio di un professionista costa una media di 500 euro in cambio di una perdita di 5-7 chili. In pratica 70-100 euro a chilo. Dice no alle cure post sregolatezze il sottosegretario al Welfare con delega alla Salute, Francesca Martini, Lega: «Le diete riparatrici sono deleterie — avvia una nuova crociata —. Non ho mai visto una persona mantenere il dimagrimento a lungo. È un grande business. Ogni anno vengono sprecati milioni e milioni di euro. Ricevo molte segnalazioni da parte di cittadini ingannati».
E si riferisce non solo alle formule fai da te pubblicizzate sulle riviste, ma anche agli specialisti che prescrivono soluzioni nei loro studi privati. L’idea è quella di nominare un gruppo di esperti sulla nutrizione per effettuare una ricognizione. Quali le diete più gettonate in Italia, quali andrebbero eventualmente sconsigliate perché illusorie. Il sottosegretario lancia un messaggio dissuasivo: «Non ha senso affannarsi per smaltire i tre o cinque chili su pancia e fianchi. Non spendete soldi inutili per fare il digiuno. Piuttosto correggete in modo permanente gli stili di vita». Più frutta e verdura in tavola, predilezione per le carni magre, moderato apporto di grassi e carboidrati, varietà nella scelta dei cibi che dovrebbe rispettare l’offerta del territorio, queste le basi su cui costruire il programma recupero della linea dopo le vacanze. L’ingrediente fondamentale, dal quale non si può prescindere, è però il movimento.
Ormai è provato da una vasta e qualificata letteratura scientifica. L’esercizio fisico agisce come un vero e proprio farmaco preventivo specie per quanto riguarda i rischi collegati a sovrappeso e obesità, a cominciare dal diabete. Insomma quando la linea non è fortemente compromessa e il fisico ha bisogno di alleggerirsi non sarebbe necessario andare dal dietologo. L’importante è essere motivati e determinati a perseguire per tutto l’anno le buone abitudini. Secondo Coldiretti mediamente gli italiani hanno chiuso questo periodo di indisciplinatezza alimentare con un paio di chili di più a testa. Tutti insieme hanno consumato 100 milioni di chili di pandoro e panettone, 60 milioni di bottiglie di spumante, 20 mila tonnellata di pasta, 9 milioni di chili di cotechino, frutta secca, pane, carne e formaggi per un valore complessivo di oltre 5 miliardi di euro. Un totale di 15-20 mila calorie in eccesso a persona. L’effetto deleterio legato a menù ricchi di grassi è stato accentuato dalla sedentarietà.
Coldiretti propone una lista di prodotti utili per disintossicare l’organismo. Arance, mele, pere e kiwi, spinaci, cicoria, radicchio, zucche e zucchine, insalata, finocchi e carote. Come condimento olio di oliva e limone. Ci sarebbe poi un altro buon motivo per evitare diete drastiche a gennaio. Le diete ipocaloriche indeboliscono l’organismo e lo rendono meno refrattario all’aggressione dei virus influenzali. Lo affermano ricercatori statunitensi dell’università del Michigan in uno studio pubblicato sul Journal of Nutrition. È stato osservato che i topini in dieta dimagrante producono una quantità inferiore di cellule antivirali rispetto ai topini che si cibano senza restrizioni. L’immunologa Elizabeth Gardnet suggerisce quindi di non fare gli eroi quando fa freddo «in modo da avere le riserve necessarie per affrontare ogni possibile stress, inclusa la lotta contro i virus». Secondo l’Istituto Superiore di sanità durante le Feste si sono ammalati almeno 82 mila italiani e saranno molti di più dopo la Befana.