Cambiano radicalmente le linee guida per lo screening del tumore della prostata negli Stati Uniti , mentre prendono corpo i dubbi che un eccesso di analisi, in teoria preventive, comportino in realta’ piu’ rischi che benefici per la salute dei pazienti. Nello specifico, agli uomini dai 75 anni in su’ non verra’ piu’ raccomandato il test del sangue per la misurazione del PSA – l’antigene specifico della prostata – che fa sospettare la presenza di cancro prostatico.
A deciderlo, esaminando i dati di vasti studi in materia condotti negli ultimi 5 anni, e’ stato il comitato di specialisti che decide le politiche sanitarie del governo Usa, la Preventive Services Task Force , composta da 16 membri e guidata da Ned Calonge. ‘I benefici del test di massa sui piu’ anziani sono molto incerti, mentre i rischi sono chiari – ha osservato Calonge – per questo abbiamo concluso che all’età soglia dei 75 anni , i pericoli dell’analisi superano i potenziali vantaggi’. I rischi citati dal rapporto pubblicato sulla rivista Usa ‘Archivi di medicina interna’ includono il ricorso a biopsie e trattamenti che per gli ultrasettancinquenni non hanno peraltro dimostrato di allungare la vita. ‘Non c’e’ prova di una diminuzione della mortalita’ dovuta al tumore in conseguenza del test’, specifica il rapporto.
Le nuove linee-guida sono state accolte con favore dal National cancer Institute Usa e dall’American cancer society, nonostante le aperte critiche di alcuni . Tra questi William Catalona, professore di urologia all’universita’ Northwestern: ‘Sconsigliare il test e’ un disservizio ai pazienti, ancora oggi un alto numero di uomini muoino per tumore alla prostata e per converso una serie di dati dimostra che lo screening salva molte vite’.