Tra medico e paziente non sempre la comunicazione è davvero efficace. Tra le tante possibili cause di incomprensione, una ricorre costante: il linguaggio specialistico. Alla necessità di un ponte tra medico e paziente, di una zona franca in cui si parla la stessa lingua, risponde Giorgio Dobrilla in questo libro davvero per tutti, indirizzato al grande pubblico ma che parla anche a medici di base, specialisti e studenti in medicina. Una traduzione utile e chiara dal medichese di alcuni concetti fondamentali del mondo della ricerca medica, per affrontare il delicato problema dell’efficacia delle cure, alla scoperta dell’insospettabile potere dell’effetto placebo e fino agli ipotetici successi delle terapie alternative.
Un manuale di Giorgio Dobrilla che offre ai medici di base, agli studenti di medicina, ma anche ai lettori non esperti una guida per orientarsi nel campo della Sanità, dove, mentre si verifica un progredire continuo della scienza medica, sembra invece diminuire la fiducia nei suoi confronti da parte di chi deve usufruire delle grandi opportunità e capacità curative che essa è oggi in grado di offrire. Le questioni della comunicazione fra medico e paziente, il problema della ricerca, l’effetto placebo, la tossicità di molti farmaci, l’evidence based medicine, le cure alternative sono alcuni dei temi trattati con un linguaggio semplice, non medico, che permetterà ad ogni tipo di lettore una facile comprensione degli argomenti trattati.
Giorgio Dobrilla, triestino di nascita, è primario gastroenterologo emerito dell’Ospedale Regionale di Bolzano. Attualmente è professore a contratto all’Università di Parma. È autore di numerosi testi di divulgazione scientifica e di educazione alla medicina.
Dottore…mi posso fidare?
Avverbi Edizioni
pp. 198
euro 14
è vero che la fiducia diminuisce e che in certi casi è molto difficile spiegarsi con i pazienti… ma certe volte basta, da parte dei medici, perdere un po’ di tempo in più per chiarire tutti i dubbi. però proverò a dare un’occhiata in libreria, non posso giudicare senza prima vedere, in fondo potrebbe tornarmi molto utile. la presunzione è una brutta malattia.
obbrava
che studentessina giudiziosa
🙂