elastosonografia: da introdurre nella pratica clinica ?

Un numero considerevole, oltre 15 milioni, quello delle ecografie che vengono effettuate ogni anno in Italia: gli esperti  affermano che spesso si registra un eccessivo, e talora improprio, utilizzo di questa metodica. E’ l’esame più eseguito, indispensabile per la diagnosi precoce di molte patologie: permette l’osservazione non invasiva del corpo umano e consente di eseguire in sicurezza esami clinici più complessi come biopsie o veri e propri interventi chirurgici a costi non elevati.
Sui progressi e sulle prospettive nell’utilizzo degli ultrasuoni in medicina e biologia si confronteranno a Roma oltre 1.000 medici e chirurghi nazionali e internazionali, nel corso del XX congresso nazionale della Siumb, la Società italiana di ultrasonologia in medicina e chirurgia. Un appuntamento in programma nella capitale da domani a martedì. “La ricerca dei settori tecnologici – si legge in una nota della Siumb – ha portato oggi alla realizzazione di nuove e sofisticate apparecchiature che consentono di identificare patologie in tempi rapidissimi e con grande attendibilità scientifica, tra queste: l’Elastosonografia e l’Hifu (High intensity focused ultrasound).
L’elastosonografia è una tecnica ecografica diagnostica che può contribuire a fare chiarezza sulle diagnosi dubbie di patologie della mammella e della tiroide“. Quest’anno il congresso della Siumb affronterà gli avanzamenti tecnologici e le applicazioni dell’elastosonografia per lo studio di vari organi: quali appunto mammella, tiroide, fegato e prostata. “Nell’ultimo anno – spiega la Siumb – le ricerche hanno evidenziato che nella tiroide i noduli non palpabili hanno una incidenza molto elevata che raggiunge circa il 50% della popolazione con netta prevalenza del sesso femminile. Purtroppo l’ecografia classica non è in grado di differenziare i noduli benigni (molto frequenti) da quelli maligni che rappresentano il 5,7% del totale, mentre l’elastosonografia può dare un altissimo contributo nella diagnosi differenziale, in quanto permette di ridurre il numero di pazienti da sottoporre ad agobiopsia, e di abbassare i costi per indagini non indispensabili.”
L’Hifu è invece una tecnica terapeutica che utilizza una procedura ad alta precisione con ultrasuoni focalizzati ad alta intensità per distruggere il tessuto malato senza nuocere alle strutture circostanti. “Questa tecnica – spiegano gli esperti della Siumb – permette quindi di intervenire sul tumore senza bisturi determinando la necrosi del tessuto, ossia la morte delle cellule che lo compongono. L’Hifu nasce in Cina ed è una metodica non traumatica e non invasiva: è stata ampiamente utilizzata in Asia con oltre 20 mila casi trattati negli ultimi 10 anni. Più limitata è stata l’esperienza europea con un solo centro ad Oxford”.
In Italia l’Hifu arriva nell’ultimo trimestre del 2007 a Milano all’Istituto europeo oncologico (Ieo) e nel primo trimestre 2008 all’Università di Pisa all’ospedale Cisanello. Secondo la Siumb, nel nostro Paese l’Hifu “si sta dimostrando convincente tanto da essere paragonata, ovviamente nei casi in cui si può utilizzare, alle tecniche ablative percutanee di uso corrente quali: radiofrequenza, laser e microonde”.

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