oggi si vota, ancora non sono andato a votare ma andrò (chi voto non lo dico!).
Segnalo le considerazioni di Giovanni Sartori sull’inutilità dell’astensione (dal Corriere della Sera) con una sua personale proposta di quale forma di protesta
Se verrà fuori, a elezioni avvenute, che i votanti sono diminuiti di parecchio, è sicuro che i nostri politici non riconosceranno che le astensioni in più sono punitive, sono astensioni di rigetto (e non di disinteresse). Diranno, semmai, che ci stiamo «normalizzando» ai bassi livelli di voto di molte democrazie. Tutt’al più verseranno lacrime di coccodrillo sul fenomeno del crescente distacco dalla politica. Qual è allora la pensata? E che sapendo usare il voto disgiunto tra le due Camere ne possiamo ricavare un voto-rifiuto, un voto che puramente e semplicemente dice no. Mettiamo che al Senato io voti Veltroni e invece per la Camera io voti Berlusconi (o viceversa). In tal caso il mio secondo voto pareggia e cancella il primo. L’effetto sull’esito elettorale è zero. Però io ho votato, e quel mio voto esprime senza ombra di dubbio il secco rifiuto del Palazzo e della Casta. Si dice che come elettori siamo impotenti. Sì. Ma se, mettiamo, io milioni di italiani votassero così, allora saremmo potentissimi. Aggiungo che il voto disgiunto può anche indicare, volendo, il male minore (o maggiore), n sistema elettorale, il Porcellum, prevede un lauto premio di maggioranza che per il Senato non è attribuito su base nazionale ma spezzettato regione per regione. Il che lo rende il più incerto e il più decisivo. Nel caso della Camera il premio lo vince chi ha più voti in tutto il Paese; nel caso del Senato lo vince chi conquista più seggi nelle regioni che ne hanno di più. Mettiamo, per esempio, che il nostro elettore voti Veltroni al Senato e Berlusconi alla Camera. Così facendo indica che, male per male, il «malissimo» è per lui un governo di destra. Viceversa se vota Berlusconi al Senato e Veltroni alla Camera, indica che per lui il maggior male è un governo di sinistra. Dunque, nel disgiungere il voto l’effetto complessivo è sempre zero; ma chi ottiene il voto per il Senato è avvantaggiato. In ogni caso uno vota contro ma la strategia sinora disegnata consente di scegliere il male minore. S’intende che il voto disgiunto può essere applicato anche ai «secondi partiti». Per esempio, uno a Veltroni e uno a Bertinotti; oppure uno a Casini e uno a Berlusconi. In tal caso il voto ai minori sarà sprecato ai fini del premio di maggioranza, ma utile per la loro sopravvivenza, per superare lo sbarramento (che per il Senato è dell’8%). Ognuno deve decidere per sé.
E segnalo il divieto di introdurre i cellulari nella cabina elettorale
Nelle
Chi contravviene è punito con l’arresto da tre a sei mesi e con l’ammenda da 300 a 1.000 euro.