racconto, facendo rassegna stampa, la notizia dei medici della Republica Ceca che hanno protestato, duramente, contro il peggioramento delle condizioni lavorative ed il salario non soddisfacente: hanno minacciato la defezione di massa (in 4 mila sarebbero andati via) ed hanno vinto, il governo ha accettato le loro richieste.
E in Italia? Preoccupa il fenomeno del burnout, ma di fuga di massa o di protesta dura – nonostante i tagli striscianti – proprio non c’è traccia . . .
A seguire un pò di articoli, tratti da presseurop.eu
“Curo i malati per trenta ore di fila. Voglio andarmene”, titola Mf Dnes. Il quotidiano di Praga racconta la storia di un giovane dottore che ha deciso di emigrare in Germania, sottolineando che il suo esempio potrebbe presto essere seguito da migliaia di colleghi, che minacciano di lasciare il paese in massa se il governo non aumenterà gli stipendi e migliorerà le condizioni di lavoro negli ospedali. “Stavolta sembra che i dottori facciano sul serio con le loro minacce. Molti di quelli che hanno sostenuto la protesta sono davvero intenzionati a mollare. E troveranno facilmente lavori in Germania e Austria”, conclude il quotidiano.
“I medici hanno vinto, hanno ottenuto l’aumento salariale e la promessa di una riforma del sistema sanitario”, titola Hospodářské Noviny dopo che il governo ha accettato gran parte delle richieste dei camici bianchi. I medici si erano dimessi in massa per protestare contro il basso livello dei loro salari. Secondo il quotidiano praghese si tratta del più grande successo sindacale degli ultimi 15 anni: nel mese di aprile il salario dei medici registrerà un aumento compreso tra le 5.000 e le 8.000 corone (200-300 euro). Entro il 2013 lo stipendio dei camici bianchi dovrà essere tra 1,5 e 3 volte superiore al salario medio attuale nel paese (circa 1.000 euro), conformandosi alle richieste dei sindacati. “La società ha finalmente iniziato a pagare il suo debito nei confronti dei medici. Ora è il loro turno di pagare il debito nei confronti dei pazienti, che diversamente da loro non possono andarsene altrove”, commenta il quotidiano.
“Il governo ha trovato i soldi per i medici”, annuncia Hospodářské Noviny. Il movimento di protesta “Grazie, ce ne andiamo“, lanciato alla fine del 2010 da circa 4.000 medici ospedalieri che minacciavano di lasciare la Repubblica Ceca alla fine del febbraio 2011 se la loro situazione non fosse migliorata, ha portato il governo di Petr Nečas ad accelerare la riforma del sistema sanitario e a concedere ai medici un aumento salariale immediato. Lo slogan del movimento “Náš exodus, váš exitus” (il nostro esodo, la vostra morte), che ha acceso un vivo dibattito nel paese, sembra confermato dalla realtà. Il quotidiano economico constata che in diversi ospedali il servizio è sconvolto dalle proteste dei medici. Nel suo editoriale Hospodářské Noviny ringrazia i medici ribelli che “con le loro azioni cambiano un sistema corrotto e sprecone, e costringono il governo a intraprendere quelle riforme che avrebbero dovuto essere completate da tempo”.