Solo il 35,4% dei medici riesce a essere inquadrato con un contratto a tempo indeterminato entro i 45 anni, mentre rimane occupato in lavori atipici il 28,2%. Con una retribuzione che è in media intorno a 1.460 euro, contro i 2.243 euro netti di chi è in regola. Questa la fotografia scattata dall’Ordine dei medici di Roma attraverso lo studio “Giovani medici: indagine su occupazione, disoccupazione e precariato” che ha cercato di fare il punto sulla condizione dei camici bianchi dal termine del percorso formativo fino al momento di una possibile stabilizzazione. Una situazione, come emerge dall’indagine realizzata tramite interviste online su 1.143 medici fino ai 45 anni iscritti all’albo della Capitale, aggravata dal fatto che “quasi la metà del campione lavora con un contratto a tempo determinato che va da 6 a 12 mesi, circa il 10% fino a 24 mesi e il 9,7% fino a 36 mesi. Soltanto un 18% circa lo ottiene per oltre 36 mesi”. E nonostante la flessibilità, oltre il 90% garantisce presenze e orari determinati.
«A emergere» spiega Mario Falconi, presidente dell’Omceo capitolino, «è una situazione contrattuale peggiore di quella della popolazione generale dove il 60,4%, secondo i dati Istat, ha un contratto a tempo indeterminato, con un percorso verso la stabilità sempre più lungo – oltre 10 anni – e mal retribuito». E non a caso, secondo l’indagine, “quasi la meta dei medici che hanno un rapporto di lavoro atipico opera per due o più strutture”. Una situazione che genera una grande insoddisfazione, come dimostra anche il fatto che il 41,5% del campione è in cerca di lavoro, ma lo è anche il 42% di chi è già occupato.
Tra coloro che cercano lavoro il 72% non lo trova da più di anno e solo il 21% ha avviato l’iter per aprire uno studio professionale, mentre ben “il 40% degli intervistati, valutando il passato dalla posizione attuale, non intraprenderebbe più la carriera medica”.