titolo shock, ora aggiusto il tiro . . . .
Al congresso di ieri ho avuto il piacere di ascoltare l’interessante lettura magistrale di Vittorio Costa, personaggio che definir poliedrico è dir poco, su Il rischio cardiometabolico 🙂
Tra una nota sui benefici del cioccolato (solo fondente, per carità!) e del vino (rosso, sia ben chiaro!) viene fuori che, per quelli che sono i parametri di normalità (e quindi di efficacia dell’azione terapeutica eventuale) accettati per la malattia diabetica e l’ipertensione, il 70 % dei pazienti è curato male (ovvero l’emoglobina glicata o glicosilata HbA1c non viene contenuta entro i valori considerati accettabili ed i valori di pressione sisto/diastolica non sono contenuti entro i valori considerati normali – sottolineo attualmente considerati normali chè la lotta per abbassare tali parametri, con il conseguente ingresso nel mercato del farmaco di milioni di nuovi malati fa gola a tanti).
Il che significa, in soldoni, che si spendono molti milioni di euro – in Italia (ma nel resto del mondo, stando alle statistiche citate, non va poi molto meglio) – per terapie che non ottengono il risultato sperato (mancando quindi gli obiettivi, nel caso delle patologie citate, di prevenzione cardiovascolare che ci si prefigge).
Non proprio come il discorso dei farmaci inutili, già citato in passato, ma forse altrettanto inquietante . . . .