in Italia 20 mila aborti volontari clandestini

Ammonterebbero a 20 mila gli aborti clandestini in Italia, ovvero quelli che vengono praticati al di fuori dei binari della legalità, soprattutto nel Meridione e nelle isole del Bel Paese. Sono diminuiti in maniera netta e progressiva rispetto agli anni scorsi, passando dai 200/600 mila prima del 1978 – anno in cui venne introdotta la legge che regola l’interruzione volontaria di gravidanza in Italia – ai 100 mila casi del 1983, ai 50 mila del ’94 fino a giungere ai 20 mila del 2005-2006, secondo le stime dell’Istituto superiore di sanità ricordate all’interno dell’indagine Eures, e che oggi tornano al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica dopo che a Napoli quattro persone, tra cui due ginecologi e un anestesista, sono state fermate con l’accusa di aver praticato aborti clandestini . Sono ritenuti responsabili di aver violato la legge 194 e di aver messo in piedi un’associazione a delinquere per praticare interruzioni di gravidanza illegali , in ambiente non ospedaliero e anche oltre il limite imposto per legge della dodicesima settimana. Nel rapporto Eures, che ripercorre i numeri dell’aborto in Italia, viene tuttavia precisato che le ultime stime disponibili sugli aborti clandestini riguardano soprattutto le italiane, in assenza di un modello idoneo a quantificare il fenomeno tra le straniere . Resta, dunque, una grande incognita, soprattutto considerando che l’aborto è una realtà che accomuna molte donne che approdano in Italia da altri Paesi e Continenti. Quanto agli aborti clandestini stimati, oltre il 90% – recita l’indagine – sarebbe stato praticato nell’Italia insulare e meridionale.

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