La “fuga” dal servizio pubblico in Toscana è destinata ad allargarsi a seguito dell’intenzione della ASL di Firenze (circa 1/3 degli assistiti regionali) di indirizzare – tramite CUP aziendale – pazienti non-esenti con ricetta rossa verso strutture private che adottino tariffe calmierate concordate con la ASL.
Quest’anno il budget stanziato dalla Regione si è ridotto del 25 per cento rispetto allo scorso anno e gli effetti sulle liste d’attesa sono già evidenti: le criticità maggiori — confermate dalla stessa azienda sanitaria fiorentina — riguardano mammografie ed eco mammarie per pazienti che non rientrano nel programma di screening dell’Ispo, ma anche per ecografie all’addome, risonanze magnetiche, Tac con mezzo di contrasto non ci sarebbe — ad oggi — alcuna possibilità di prenotare visite nelle strutture pubbliche e nei centri convenzionati.
Data l’altissima posta in gioco, per rispetto dei cittadini e degli operatori del Servizio Sanitario regionale di tutto ciò si dovrebbe discutere apertamente e pubblicamente.
Non è ammessa la politica del “fatto compiuto”.
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