L’ipertrofia prostatica benigna (IPB) colpisce il 60% degli over 70, ma è un problema anche per gli under 50: dieci uomini su cento fra 40 e 50 anni hanno già i primi sintomi di IPB.
Lo stile di vita fa la differenza: l’attività fisica regolare mantiene in forma anche la prostata, possono contribuire anche la pressione arteriosa, colesterolo, trigliceridi e glicemia ed il tabagismo.
Sono i dati raccolti su un campione di circa 2 mila italiani che hanno partecipato lo scorso anno all’indagine svolta nell’ambito di #Controllati, una iniziativa della Società Italiana di Urologia realizzata con il supporto non condizionante di Menarini.
L’ipertensione incrementa la probabilità di ipertrofia prostatica benigna (IPB) del 50%, il diabete la aumenta del 57%, colesterolo e trigliceridi alti fino al 37%. La sindrome metabolica, quando si è sovrappeso e tutti questi valori sono oltre la soglia anche se non troppo, raddoppia il rischio di IPB mentre fumare più di dieci sigarette al giorno alza la probabilità del 57%.
L’attività fisica regolare, soprattutto se moderata o intensa, riduce del 10% la probabilità di manifestare i segni di ipertrofia prostatica benigna (IPB).
Nei giovani l’effetto protettivo dell’esercizio arriva fino al 40%: la pratica costante di uno sport prima degli ‘anta’ quindi aiuta a mantenere la prostata sana più a lungo. Una buona notizia anche per la serenità sessuale degli uomini, visto che negli under 50 la presenza di una Ipb raddoppia il rischio di disfunzione erettile.
Fra i 30 e i 40 anni cresce la quota di chi soffre di nicturia, lamenta una sensazione di svuotamento incompleto o una frequenza minzionale eccessiva: il 10% degli under 50 ha già una diagnosi di ipertrofia prostatica benigna (IPB).
Risk factors for Benign Prostatic Enlargement: the role of lifestyle habits at younger age. The #Controllati2017 initiative study group
Arch Ital Urol Androl. 2017 Dec 31;89(4):253-258. doi: 10.4081/aiua.2017.4.253.