L’ipocondria esordisce generalmente tra i 20 e i 30 anni e si protrae per almeno sei mesi, generando un disagio clinicamente significativo oppure una menomazione in importanti aree di funzionamento. Il decorso è solitamente episodico e si può avere un’evidente associazione tra l’esacerbazione dei sintomi e fattori psicosociali stressanti, mentre il trattamento spesso è inficiato dalla notevole resistenza di questi pazienti nei confronti dello psichiatra.
L’ipocondria è inclusa nella categoria diagnostica dei disturbi somatoformi (secondo il DSM-IV), insieme al disturbo da conversione, al disturbo da dimorfismo corporeo e al disturbo algico.Le persone affette da ipocondria si presentano dal medico convinte di avere una grave malattia e non è possibile convincerle del contrario, nonostante l’evidente negatività delle indagini diagnostiche.
Al colloquio si dilungano sulla descrizione del loro stato di salute, sovente lamentandosi dell’inadeguatezza delle cure fino a quel momento ricevute, le quali non hanno permesso di identificare la malattia che le ha colpite.
Possono focalizzarsi su un singolo organo oppure lamentare molteplici sintomi che indicano differenti localizzazioni anatomiche, anche se le sedi maggiormente colpite sono l’apparato gastroenterico e quello cardiovascolare. I pazienti possono lamentare dolore o fastidio oppure percepire come patologiche fisiologiche sensazioni somatiche.
Ne parla, con leggera ed intelligente ironia, il fumettista zerocalcare.