L’effetto di tagli alla spesa socio-sanitaria è valutato da uno studio pubblicato online sul British Medical Journal BMJ; dati relativi a 15 Paesi europei – Italia inclusa – tra il 1980 e il 2005.
Secondo il team di ricercatori diretto da David Stuckler dell’Università di Oxford i tagli alla spesa sanitaria adottati in tempo di crisi da numerosi Paesi europei per ridurre i deficit, sono fortemente associati ad aumento del rischio di morte per cause legate a malattie collegate a questioni sociali, come cardiopatie e patologie da abuso di alcolici.
In soldoni: i Governi ci raccontano di proteggere la salute salvaguardando i budget sanitari, in realtà la riduzione dei budget ha effetto diretto sul benessere e la sopravvivenza della popolazione.
Il team ha analizzato i dati sulla spesa sociale (investimenti per asili nido, assistenza disabili e anziani, pensioni e maternita’) e sanitaria (ricoveri, farmaci, interventi chirurgici) dal 1980 al 2005 in 15 Paesi europei, registrando le relazioni tra salute e spesa: quando l’esborso è elevato, i tassi di mortalità calano, e viceversa.
Sulla base di modelli matematici i ricercatori stimano che per ogni riduzione di 85 euro a persona nella spesa socio-sanitaria, aumenti del 2,8% la mortalita’ legata all’alcol e dell’1,2% quella da malattie cardiovascolari. Dunque anche tagli modesti possono avere un impatto significativo sulla salute. Mentre sembra proprio che ridurre le spese in altri settori, come quello militare, non abbia un impatto così negativo sulla salute.
L’analisi rivela che la gente comune può arrivare a pagare il prezzo finale dei tagli di budget che potenzialmente possono costare loro la vita.
Pubblicato online 24 June 2010, doi:10.1136/bmj.c3311
Cite this as: BMJ 2010;340:c3311