La valutazione clinica al letto del malato, con la raccolta della anamnesi e l’effettuazione dell’esame obiettivo, è stata per tanto tempo il principale mezzo di diagnosi e di controllo clinico. La recente moltiplicazione di test di laboratorio e di esami con tecniche di imaging rischia di invertire il paradigma diagnostico: il medico spesso tende a bypassare la visita al letto del malato, richiedendo immediatamente gli esami e acquisendo una immagine del paziente prima ancora di averlo visto dal vivo. Oltre a correre il rischio di ritardare od omettere la diagnosi di una malattia facilmente riconoscibile, il medico che tralascia una valutazione diretta al letto del malato corre il rischio di perdere una occasione per migliorare l’aspetto relazionale con il malato stesso. Il paziente quando consulta il medico si attende di essere visitato in modo accurato e ciò può avere di per sé un effetto salutare. Se la visita clinica è svolta affrettatamente o è del tutto tralasciata, il rapporto medico-paziente viene ad essere minato. Alcuni studi hanno documentato che il contesto generale, il locale visita e la qualità della valutazione al letto possono indurre modificazioni neuro-biologiche nei pazienti. La visita al letto del malato pertanto non è soltanto un mero rituale, ma anche un potente mezzo diagnostico da associare ad un uso giudizioso delle indagini e dei test. Tutto ciò rappresenta uno stimolo per recuperare abilità e capacità oggi in chiaro declino.
Verghese A et al.
The bedside evaluation: ritual and reason
Annals of Internal Medicine 2011; 155: 550-553