cause
Non si conosce con esattezza la causa della Ipertrofia Prostatica Benigna ovvero IPB. Alcuni ricercatori ritengono che sotto lo stimolo delle minzioni continue, delle eiaculazioni e delle infiammazioni si verifichino dei microtraumi che liberano dai tessuti prostatici contigui all’uretra una sostanza che stimola l’accrescimento delle ghiandole vicine. Un ruolo essenziale sembra essere svolto dall’assetto ormonale che si viene a creare con il passare degli anni. L’Ipertrofia Prostatica Benigna IPB può iniziare a svilupparsi anche molto presto, in alcuni casi già dopo i 30 anni di età, ma non in tutti i soggetti si sviluppa con la medesima modalità e velocità.
SINTOMI
I sintomi principali associati all’Ipertrofia Prostatica Benigna IPB sono
- pollachiuria
- nicturia
- sensazione di incompleto svuotamento vescicale
- minzione intermittente
- ritenzione urinaria acuta – vera urgenza urologica – nei casi più gravi
L’esplorazione rettale, l’ecografia prostatica trans-rettale (tenendo conto dei limiti ben noti di tale accertamento diagnostico!) e l’uroflussimetria sono sicuramente necessarie per un corretto studio della Ipertrofia Prostatica Benigna IPB.
Trattamento farmacologico
Negli ultimi anni sono stati commercializzati farmaci estremamente efficaci nel ridurre i disturbi legati all’Ipertrofia Prostatica Benigna IPB come ad esempio gli alfa-litici ed anti-androgeni periferici quali la finasteride e la dutasteride che inibiscono la crescita volumetrica dell’adenoma prostatico riuscendo inoltre in una buona percentuale dei casi anche ridurne il volume. Vengono anche utilizzati prodotti fitoterapici (estratti vegetali) la cui azione non è ben nota ma che sembrano agire sulla componente infiammatoria.
Grazie a tali farmaci il numero dei pazienti che devono essere operati si è fortemente ridotto, negli ultimi tempi.
Non tutti i casi, però, ne beneficiano in eguale misura ed è quindi necessaria un’attenta analisi per ogni caso specifico.
Trattamento chirurgico
Qualora il trattamento medico risulti inefficace a tener sotto controllo i disturbi proprio dell’Ipertrofia Prostatica Benigna IPB è necessario intervenire chirurgicamente con interventi atti a rimuovere l’adenoma prostatico sia con tecniche endoscopiche (resezione trans-uretrale di prostata) sia a cielo aperto (per via trans-vescicale).
Le tecniche chirurgiche sono
L’adenomectomia chirurgica: l`intervento tradizionale, che si esegue con un accesso addominale sovrapubico ed é riservato alle prostate di volume importante
La resezione endoscopica transuretrale o T.U.R.P.: é un intervento chirurgico tradizionale, si esegue senza taglio; uno strumento chirurgico introdotto nell’uretra, attraverso il pene, permette di intervenire su prostate di volume medio/piccolo.
Laser: tipi diversi di laser vengono introdotti per via trans-uretrale per distruggere il tessuto adenomatoso. Alcuni urologi considerano le tecniche laser sostitutive dei metodi precedenti in quasi tutti i casi, altri sono più selettivi.
La chirurgia laser presenta vantaggi rispetto alle tecniche tradizionali: meno pericolosa, permette una degenza più breve. Ovviamente anche questa tecnica presenta alcuni svantaggi: talora più dolorosa nel postoperatorio, convalescenza più lunga ed una tecnica chirurgica che può essere maggiormente complessa.
Recentemente sono state proposte nuove terapie alternative: le diverse forme di termoterapia, ambulatoriali e minimamente fastidiose per il paziente ma non tutte parimenti efficaci. Ciò nonostante, almeno per alcune di esse, l’assenza di complicanze significative e la minor invasività le rendono una strada alternativa interessante.
Come nel caso delle prostatiti, anche l’Ipertrofia Prostatica Benigna può ricomparire a seguito di un primo trattamento: tutte le tecniche chirurgiche elencate possono, nel tempo, andar incontro a recidiva per cui si rende necessario un nuovo intervento per rimuovere tessuto adenomatoso residuo e/o ricresciuto che provoca, nuovamente, i disturbi sopra elencati.
Leggi anche gli articoli che parlano di PSA e carcinoma della prostata.
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