il bosone di Higgs e la medicina

Molti si saranno chiesti a cosa mai sarà potuto servire l’esperimento del Large hadron collider per la ricerca del bosone di Higgs al Cern di Ginevra svoltosi lo scorso 10 settembre. Accelerare particelle alla scoperta delle origini dell’Universo: che ritorno pratico potrà mai averne la gente comune ?
Tanti, invece, saranno i benefici, compresi quelli di stretto interesse medico. Lo ribadisce in un comunicato la Fondazione Tera nata per lo sviluppo di tecniche di radioterapia basate sulle applicazioni della fisica e dell’informatica alla medicina e alla biologia.
«La stessa ricerca scientifica che, in passato, ha portato alla scoperta e allo sfruttamento dei raggi X, è all´origine degli studi sulla terapia del cancro con protoni e ioni, appunto l´adroterapia, che nel mondo è già utilizzata per curare migliaia di pazienti l´anno.
«Sviluppiamo progetti e apparecchiature che sfruttano le caratteristiche fisiche delle stesse particelle utilizzate oggi dall´Lhc (Large hadron collider, ndr) del Cern di Ginevra per lo studio del Big Bang e il presidente della Fondazione Tera Ugo Amaldi è stato responsabile del progetto Delphi del Lep, l´acceleratore che ha preceduto l´Lhc».
L’adroterapia utilizza fasci di protoni, ioni carbonio e neutroni che, opportunamente accelerati, permettono di irradiare i tumori profondi seguendone il contorno con precisione millimetrica e di risparmiare i tessuti sani circostanti. Un modernissimo centro di adroterapia è già in costruzione a Pavia.

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