Oltre il 95% dei genitori che hanno fatto ricorso a medicine non convenzionali per i loro bambini e’ rimasto soddisfatto. Lo documenta uno studio svolto su un campione di 600 genitori con figli dai zero ai 10 anni che hanno utilizzato medicinali non convenzionali. Nello specifico la quasi totalita’ del campione ha mostrato di conoscere l’omeopatia e la fitoterapia, le due pratiche anche piu’ utilizzate. La floriterapia (fiori di Bach) e’ conosciuta dal 90% del campione ma utilizzata solo da poco piu’ di un terzo. Anche l’agopuntura (conosciuta nell’87% dei casi) e’ utilizzata solo dal 9%. Tra le patologie curate con medicine non convenzionali spiccano al primo posto quelle otorinolaringoiatriche (68,7% dei casi) seguite dalle malattie dello stomaco o dell’intestino (37,3%) e dai disturbi del sonno e del comportamento (30,9%). I rimedi non convenzionali sono utilizzati anche come prevenzione: questo accade in forte prevalenza al nord rispetto al sud (53,3% contro il 38,2%) e tra i genitori laureati rispetto a quelli con istruzione media inferiore. Secondo lo studio, la principale motivazione (90% del campione) per la quale si usano medicine non convenzionali consiste nel fatto di ritenerle rimedi piu’ naturali. Piu’ della meta’ dei casi, inoltre, ritiene che non abbiano effetti collaterali e meno del 20% e’ convinto, invece, che siano piu’ efficaci dei farmaci convenzionali. E’ stato il pediatra, nella maggior parte dei casi (60,9%) a prescrivere questi rimedi; seguono il farmacista e l’erborista. La ricerca sottolinea che “e’ verosimile ritenere che nei prossimi anni vi sara’ un’ulteriore espansione delle medicine non convenzionali in virtu’ di una forte esigenza di naturalita’ espressa, come sfogo, da chi vive nei contesti sociali a maggior sviluppo economico”. Un impedimento all’utilizzo di questi medicinali e’ stato individuato nell’aspetto economico tanto che, l’89% del campione vorrebbe un rimborso (come avviene per i farmaci tradizionali) dal Servizio sanitario nazionale.