Nel follow-up post operatorio di pazienti con cancro della tiroide a rischio intermedio che presentano un’eccellente risposta terapeutica (Tg non stimolata < 1,0 ng/mL ed ecografia post-operatoria negativa), l’ecografia tiroidea di controllo dovrebbe essere eseguita ogni 3-5 anni.
Lo suggerisce un recente studio retrospettivo – realizzato dal Sevizio di Endocrinologia del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York – che ha analizzato l’utilità clinica di controlli ecografici periodici in 90 pazienti inizialmente stratificati a rischio intermedio, ma con valore di Tg non stimolata <1,0 ng/mL, con un follow-up mediano di 10 anni.
In questi pazienti, infatti, il rischio di recidiva strutturale raggiunge il 21% ma cade a meno del 2% se il paziente mostra un’eccellente risposta alla terapia iniziale (chirurgia + radioiodio). «Ciò nonostante» sottolineano gli autori del lavoro «la maggior parte dei pazienti è sottoposta a un frequente controllo ecografico durante il follow-up». Dall’analisi retrospettiva è emerso che la diagnosi di recidiva strutturale è stata posta nel 10% dei casi, a distanza mediana di 6,3 anni dalla terapia. In questi pazienti, la capacità di riconoscere la recidiva è risultata attribuibile all’ecografia soltanto in 4 casi e all’aumento della Tg nei rimanenti 5.
Nel 57% dei casi si sono avuti falsi positivi ecografici – la cosiddetta sovradiagnosi di cui ho già parlato, ripetutamente, in passato – che hanno portato a indagini aggiuntive: 3 biopsie, 6 WBS, 11 TC/RM, 9 PET, 238 ecografie del collo.
In sostanza, la conclusione tratta dallo studio è che nei pazienti con eccellente risposta (Tg <1,0 ng/mL) dopo la terapia iniziale, l’uso frequente dell’ecografia nel follow-up è gravato da elevata probabilità di identificare falsi positivi piuttosto che reali recidive di malattia. Naturalmente tali considerazioni non sono applicabili ai pazienti ad alto rischio o a quelli a rischio intermedio ma con incompleta risposta strutturale o biochimica alla terapia.
American Thyroid Association definisce il cancro della tiroide a rischio intermedio in presenza di
– invasione microscopica nel tessuto peritiroideo
– metastasi linfonodali cervicali
– WBS positiva al di fuori del letto tiroideo
– caratteri di aggressività all’esame istologico
– invasione vascolare
Pelling Yang S, Bach AM, Michel Tuttle R, Fish SA.
Frequent screening with serial neck ultrasound is more likely to identify false positive abnormalities than clinically significant disease in the surveillance of intermediate risk papillary thyroid cancer patients without suspicious findings on follow-up ultrasound evaluation.
J Clin Endocrinol Metab, 2015 Jan 29.