Sono le conclusioni, riguardo alla sorveglianza del melanoma per il riconoscimento di eventuali recidive, o meglio i suggerimenti di Adam Berger, professore di chirurgia alla Thomas Jefferson University di Philadelphia: i risultati dello studio sono pubblicati sul Journal of American College of Surgeons.
In base ai dati di 581 pazienti a cui era stato diagnosticato, tra il 1996 e il 2015, un melanoma stadio II e che erano stati seguiti per almeno un anno: il 29,4% del totale, 171 pazienti, ha sviluppato recidive, i cui fattori predittivi più significativi erano lo stadio di malattia, il genere maschile e la presenza di ulcerazioni cutanee nella zona interessata.
I sintomi riferiti dal paziente – modifiche cutanee, tosse con escreato striato di sangue, convulsioni – erano la modalità più frequente di rilevazione della recidiva di melanoma: in questo studio il 30% dei melanomi recidivati è stato identificato durante una visita medica, il 26% dagli esami di imaging prescritti nel follow-up.
I linfonodi regionali sono la sede più comune di recidiva del melanoma (30% dei casi), seguiti dai polmoni (27%) e dalle metastasi “in transito” (18%).
Alla luce di questi risultati sarebbe opportuno che i pazienti facessero l’autoesame della cute e dei linfonodi di pertinenza su base mensile. E se compaiono sintomi sospetti dovrebbero consultare il medico per escludere recidive.
J Am College of Surgeons 2017. doi: 10.1016/j.jamcollsurg.2016.12.038