strano è se te lo chiede la signora Elisa (nome di fantasia, ovviamente).
M’era parsa un pò atipica, come donna; ma non si sa mai per cui nulla diceva lei, nulla dicevo io!
Controllando l’archivio vedo, però, che aveva già fatto ecografia nell’istituto in cui stavo lavorando ed il referto parlava di prostata: confermo – tra me e me – il sospetto che si trattasse di un transessuale, anagraficamente registrato come donna, e continuo la visita finchè scocca la fatidica domanda che ogni dubbio elimina . . . .
A testimonianza che, talora, in taluni casi l’ecografia prostatica transvaginale non è una svista del medico ma potrebbe esser una richiesta congrua !
😉
E’ un vero peccato che al personale medico ed infermieristico non si faccia formazione di base sulla transessualità; i medici si risparmierebbero figuracce e le persone transessuali lo stress di rivolgersi a persone incompetenti riguardo la loro situazione.
Non si capisce perché la “signora Elisa” diventi improvvisamente, dopo la scoperta di un sesso biologico di nascita maschile, “un transessuale, anagraficamente registrato come donna”. E’ una donna transessuale registrata conformemente alla sua identità di genere.
non è un peccato: è la realtà !
e la situazione che descrivo è reale e confondente per l’operatore che non ha nessuna indicazione a riguardo.
Certo, poi, c’è chi nasce con tutte le conoscenze del mondo e le relative risposte a tutte le situazioni, molto poco comuni (come nel caso in questione) ..
Io, personalmente, sono nato imperfetto, tante cose le imparo sul campo, lavorando, giorno per giorno: nello specifico le problematiche di diagnostica e l’anatomia inattesa (se nessuno te lo dice) possono risultar, appunto, confondenti
Formazione?
Se fatta bene, non è mai abbastanza, infatti si parla di ECM ovvero di educazione continua (in medicina)
😉