parafrasando il famoso libro di Cormac McCarthy, ed il film ad esso ispirato . . .
La mia esperienza di assistente di persona (temporaneamente) inferma mi permette di notare, con occhio diverso da quello professionale in quanto chiamato in prima persona a dar mano, tutte le difficoltà a cui va incontro chi non è perfettamente abile, temporaneamente o permanentemente, e come la vita del disabile sia molto ma molto più complessa in quasi tutte le incombenze del quotidiano (lo so, sembra d’aver scoperto l’acqua calda, ma è solo una riflessione concreta generata dall’esperienza in prima persona e continuativa dell’assistenza a chi s’è infortunato e quindi, temporaneamente, si trova impedito in tante attività del tutto normali).
Se l’accessibilità dei luoghi pubblici è un criterio per capire quanto una società è civile, chè si fa carico delle difficoltà di chi è limitato, in Italia c’è tanto, ma tanto, da fare.
Riflessione e critica del tutto condivisa anche da questo articolo, testimonianza in prima persona dei problemi a cui va incontro il disabile che si scontra con la scarsa/assente attenzione alle sue (tante) problematiche.