Le donne obese sarebbero a maggiore rischio di sviluppare un esofago di Barrett. È solo nelle prime, infatti, che si ha una distribuzione del grasso a livello centrale con la possibilità di provocare un reflusso gastroesofageo cronico; nelle seconde, al contrario, l’accumulo di adipe avviene a livello dei fianchi e di altre zone periferiche e non può determinare danni esofagei. La conferma viene da uno studio pubblicato condotto su oltre 15mila donne reclutate nel Nurses’ Health Study e sottoposte a endoscopia digestiva tra il 1986 e il 2004. Nel complesso, 24 pazienti su 100 erano in sovrappeso (indice di massa corporea = Bmi tra 25 e 29,9) e 9 su cento erano obese (Bmi > 30). Gli esami hanno portato alla conferma istopatologica di 261 casi di Barrett. Rispetto alle donne con Bmi tra 20 e 24,9, quelle tra 25 e 29,9 avevano un’odds ratio multivariata per Barrett di 0,92 e quelle con Bmi > 30 di 1,52. Non si sono invece osservate associazioni significative tra altre misure antropometriche (rapporto vita-fianchi, circonferenza vita, altezza) e Barrett.
Da notare che negli uomini l’accresciuto rischio di Barrett si ha non solo in caso di obesità ma anche di semplice sovrappeso, proprio per la tipica distribuzione centrale del tessuto adiposo: un dato, già noto, che può spiegare la maggiore propensione maschile a sviluppare un esofago di Barrett.
Gut, 2009; 58: 1460-1466