Non chiamatela omeopatia, ma stregoneria, perché non ha basi scientifiche che possano confermare la validità dei suoi rimedi: è l’opinione dei medici della British Medical Association Bma. I sanitari britannici sono dell’avviso che il servizio sanitario inglese NHS non dovrebbe sperperare i soldi dei contribuenti, visto che l’omeopatia non avrebbe alcuna dimostrata efficacia terapeutica.
L’omeopatia, nata nel XVIII secolo dagli studi del medico tedesco Samuel Hahnemann e basata sulla teoria secondo la quale il rimedio per una determinata malattia è dato dalla sostanza che, nel sano, induce sintomi simili a quelli osservati nella malata, funziona: l’omeopatia aiuta migliaia di persone che non trovano giovamento dalla medicina tradizionale – ha spiegato al Daily Telegraph Crystal Summer, amministratore delegato della British Homeopathic Association Bha – ma questo non significa che vogliamo sostituirci alle cure convenzionali.
Anche in Italia si inizia a dire – nonostante le roboanti affermazioni propagandistiche del governo – che s’interverrà, tagliando, sul bilancio della Sanità: viene quindi da chiedersi se sia corretto spendere i soldi del contribuente per co-finanziare pratiche che non siano dimostratamente efficaci.
A Firenze potete andare a sentire cosa afferma, a riguardo, la commissione Regionale Toscana di Bioetica: venerdì 28 maggio 2010 nel contesto di terra futura, dalle ore 18.00 ale 20.00.
Oggi stesso, 25 maggio 2010 alle 18 presso la Sala Buzzati del Corriere della Sera (via Balzan 3, angolo via San Marco 21, Milano), si terrà un confronto tra Christian Boiron, presidente dei Laboratoires Boiron, leader mondiale nella produzione di farmaci omeopatici, e Silvio Garattini, direttore e fondatore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche «Mario Negri» su: Omeopatia o medicina tradizionale? L’ingresso è gratuito. La prenotazione è necessaria a causa dei posti limitati. Per prenotare si può telefonare allo 02.87387707 oppure mandare una e-mail a rsvp@fondazionecorriere.it .
Cose da pazzi l’avversione per l’omeopatia.
Ma che ve frega se funziona oppure no visto che
alla comunità (allo stato) non costa nulla ?
Ci arrangeremo noi che paghiamo direttamente.
Visto che non funziona mi sapete dire perchè
funziona sugli animali ? che anche loro abbiano
il loro bravo effetto placebo ?
Per favore, voi increduli pensate agli affari vostri
che nessuno di noi “omeopatici” ci pensa proprio.
caro Roberto
forse lei non sa che in Italia lo Stato (ovvero le Regioni) rimborsa le pratiche di medicina alternativa
e comunque, se ha letto l’articolo qui si parla di Gran Bretagna ove ci sono ospedali omeopatici sovvenzionati dal NHS (che non riesce a pagare tutte le terapie convezionali o allopatiche)
non mi pare si parli, in questo articolo, di vietare a chi se le paga di tasca propria, le terapie omeopatiche.
La prego inoltre di segnalare la documentazione scientifica a cui Lei fa riferimento
grazie
Di studi ce ne sarebbero a centinia. Partiamo dal più recente. Assolutamente incontestabile. E dato che è incontestabile..Non se ne parla.
Homeopathic Doses of Gelsemium sempervirens Improve the Behavior of Mice in Response to Novel Environments
Paolo Bellavite1, Paolo Magnani1, Elisabetta Zanolin2 and Anita Conforti3
Cercate su internet. Lo trovate in inglese (pubblicato su ECam e successivamente ripreso anche da Psychofarmacology per la validità dello studio.
Gli autori hanno trovato un muro di gomma per la pubblicazione, ottenuta solamente dopo aver contattato più riviste scientifiche che si rifiutavano anche solo di leggere lo studio perché in esso compariva la parola OMEOPATIA.
L’omeopatia funziona nei topi e la cosa è dimostrata da questo come da altri studi in doppio cieco contro placebo.
Qui addirittura funziona più del farmaco di riferimento (una benzodiazepina).
sarà incontestabile (nei topi) . .
ma andrà (forse?) testato anche negli umani ?
vedi, per esempio,
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16815519
o
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20471615
NdS articoli pubblicati su homeopathy che non dovrebbe esser considerata una rivista anti, in quanto organo della facoltà di omeopatia scozzese
L’Omeopatia non ha l’arroganza di volersi dimostrare efficace in tutte le patologie e in tutte le condizioni.
Lo studio sui topi, così come altri studi sugli animali, sta a significare solo una cosa: l’omeopatia non è acqua fresca e i suoi effetti differiscono da quelli del placebo, come hanno dimostrato 6 delle 7 metanalisi pubblicate sulle principali riviste scientifiche internazionali.
E’ incontestabile un’altra cosa inoltre. Di tutti gli studi clinici e delle metanalisi spesso si divulgano solo quelli con risultati negativi, mentre si tace sui risultati positivi. Questo trattamento non ha nulla a che vedere col progresso scientifico, ma è evidentemente dettato da un conflitto di interessi che solamente un cieco sarebbe capace di non vedere.
caro Pippo
chissà come mai una multinazionale da 526 milioni di euro (mica pochi) l’anno è invece completamente esente da conflitti d’interessi, come li chiama Lei . . .
Parlo di Boiron che, con il robusto fatturato che genera, chissà come mai non ha il potere di imporsi così come fanno le big pharma pubblicando e diffondendo le prove incontrovertibili dell’efficacia delle terapie omeopatiche.
Si sta uscendo dal discorso per prendere altre vie che nulla hanno a che fare con la domanda iniziale.
Ci sono studi sugli animali? risposta: SI
Questi studi dimostrano una differenza tra l’omeopatia e il placebo? risposta: SI
Gli studi sono statisticamente significativi? Risposta : Si
conclusione..L’omeopatia è acqua fresca? Risposta: NO.
Ma che cos’ha di così demoniaco questa omeopatia che non merita il rispetto e il riconoscimento che alcuni medicinali hanno ottenuto per molto meno? Risposta: i fatturati sono sensibilmente inferiori.
Il mercato mopndiale dell’omeopatia corrisponde a meno dell’1% di quello farmaceutico totale. i 526 milioni di euro sono briciole nell’economia farmaceutica mondiale.
Sul potere di imporsi sbagli prospettiva. Avere potere non significa non pubblicare gli studi (quelli ci sono eccome e chi dice il contrario è disonesto), perché con tutte le difficoltà del caso molti studi vengono pubblicati. il potere sta nel non fare pubblicare gli studi scomodii, quelli con risultati negativi. Nel campo dell’omeopatia (come è giusto che sia) si pubblica tutto. Non si può direla stessa cosa nel vampo farmaceutico. Ma se uno studio su un farmaco è negativo, non metto in discussione l’intera farmacologia.
caro Pippo
tutto quel che dici va di sicuro bene; vedo però che nessuno dei focosi commentatori di questo post si pronuncia sui due (ce ne sono, ovviamente, molti altri: ne ho selezionati solo due per non esser eccessivamente prolisso) articoli di parere opposto
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16815519
o
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20471615