Segnalo il post in cui parlavo di un bel libro in cui l’autore parla della sua esperienza diretta di malato tumorale A parte il cancro tutto bene
Un paziente oncologico su tre soffre di ansia e depressione al punto da richiedere una terapia dedicata; il 70% lamenta un disagio psichico generale.
Un intreccio pericoloso che può essere sciolto semplicemente dalle parole: investire su comunicazione e informazione può ridurre drammaticamente questi numeri, fino a dimezzarli. E’ l’obiettivo del progetto Hucare (Humanization in cancer care), descritto a Milano al convegno Parlare di cancro.
Entro il 2010 gli ospedali che avranno compiuto con profitto il ‘cammino di umanizzazione’ saranno identificati e premiati con un bollino blu, che certifica lo svolgimento di questo cammino. Si tratta della prima esperienza di questo genere in Italia, una fra le prime al mondo. “I dati mostrano che sono soprattutto le donne a sviluppare ansia e depressione, che toccano più spesso i pazienti del sud Italia rispetto al nord, e in particolare quelli che non ricevono in reparto un’assistenza psicologica – spiega Rodolfo Passalacqua, coordinatore nazionale del progetto, componente del direttivo nazionale Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) e primario di oncologia a Cremona – Siamo già riusciti a ridurre il disagio psicologico grave dal 34% al 29% con la sola attivazione non sistematica e non aggiornata del Punto informativo di supporto (Pis). Ma l’obiettivo – sottolinea – è ridurre queste percentuali sotto al 20%, una volta che avremo avviato in modo strutturato l’intero percorso che prevede di investire sulla comunicazione tra medico e paziente, sull’informazione ed educazione sanitaria e sul supporto psicosociale”. Il progetto è finanziato con mezzo milione di euro dal ministero della Salute e della Regione Lombardia, che ha inoltre un ruolo di primo piano con 23 centri su un totale di 36 partecipanti. Tra i promotori anche l’Aiom che, ha organizzato il convegno di oggi. Il progetto è stato avviato da alcuni mesi. “Il nostro obiettivo – commenta il presidente nazionale dell’Aiom, Francesco Boccardo – è far conoscere il più possibile questa esperienza di assoluto livello, sia fra gli operatori che al grande pubblico, ma anche testimoniare l’impegno della società scientifica sul fronte di una sempre più competente risposta ai bisogni globali del paziente”. Il progetto è particolarmente originale proprio perché è il primo mirato a un’implementazione di una serie di interventi di supporto psicologico e sociale. Si propone di applicare anche alla comunicazione e all’informazione i principi della medicina basata sulle evidenze. Per ciascuno degli obiettivi prefissati sono infatti stati identificati specifici strumenti attuativi ed indicatori di efficacia. “Uno dei più importanti strumenti è il Punto informativo di supporto (Pis) da attivare in tutti i reparti – spiega Passalacqua – Si tratta di un servizio molto utile per ridurre il disagio psicologico e migliorare la soddisfazione. Sarà gestito da personale infermieristico appositamente formato, dotato di una biblioteca per pazienti con materiale informativo specifico in diversi formati (cartaceo, video), e con l’accesso a internet e alle banche dati”. Un altro strumento molto utile è l’elenco delle domande chiave che il malato può rivolgere all’oncologo. Il progetto, prevede di coinvolgere oltre agli specialisti anche gli infermieri che operano nei reparti oncologici: saranno attivati corsi specifici per migliorare le competenze di comunicazione. Il progetto prevede il coinvolgimento diretto, oltre che degli oncologi, anche delle associazioni dei pazienti. Il coordinamento sarà a cura della Unità operativa di medicina e oncologia di Cremona.