8.000.000.000 di euro, ossia il 6,7% della spesa sanitaria nazionale, è il costo sociale (corresponsabile di complicanze ad alto costo sociale come il diabete di tipo 2, l’ipertensione arteriosa e altre patologie dell’apparato cardiovascolare) dell’obesità, una malattia in silenziosa ed inarrestabile espansione che oggi colpisce circa cinque milioni di italiani, ai quali occorre aggiungerne altri 16 milioni in sovrappeso. Sono dati da emergenza sanitaria, soprattutto se si mettono sul tavolo anche i dati Istat secondo i quali nella fascia tra i 6 e i 17 anni un bambino su 3 è sovrappeso e uno su 4 è obeso.
Urgono dunque strategie mirate alla prevenzione e stimolare il “pubblico” a interventi di tal genere è uno degli l’obiettivo dell’Obesity expert group, il gruppo di esperti costituito su iniziativa dell’università di Roma Tor Vergata con l’obiettivo di sviluppare un’alleanza operativa tra mondo della scienza e istituzioni.
Informazione, prevenzione e diffusione di una maggiore cultura dei corretti stili di vita sono alcune delle soluzioni conosciute e praticabili, ma occorrono anche interventi più incisivi visto che, secondo recenti stime, circa 1 milione e 100 mila bambini italiani ha problemi di peso e che, senza un intervento radicale, più di 1 milione di giovani con problemi di peso potrebbe vivere dai 10 ai 20 anni in meno rispetto ai coetanei normopeso.
Negli USA c’è un sito, sponsorizzato direttamente da Michelle Obama, la moglie del presidente che intende promuovere stili di vita più corretti: let’s move con il suo canale personalizzato su youtube