pausa pranzo

quanto diversa è la prospettiva del professionista che sta facendo il suo lavoro e quella del paziente che viene a visita ?
Infinitamente distante, l’ultima paziente di oggi lo conferma (ammesso ce ne sia bisogno); sono in largo anticipo, oggi sono stati tutti bravi , sono arrivati prima ed ho potuto avvantaggiarmi rispetto alla tabella di marcia; mi manca però la penultima paziente (l’ultima è arrivata in anticipo, è lei quella che devo aspettare per poter andar via per pranzo).
Le telefono, per esser sicuro che venga (qualcuno non si presenta e non avverte per lasciar posto libero ad altri che ne avrebbero bisogno) ed evitare di star ad aspettare qualcuno che non arriverà (cosa che mi è già capitato in passato): è in strada, sta arrivando.
Iniziamo l’esame e capisco subito che si tratta di un quesito molto serio: mi chiedono di valutare se le metastasi tumorali hanno risentito di un ciclo di chemioterapia. Effettuo l’esame, confronto attento con i (recenti) precedenti, la mando via con la risposta.
Io vado in pausa pranzo, lei va a visita dall’oncologo.
Ben diversa la mia preoccupazione dalla sua, vero ?

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