I cardiologi riuniti a Taormina per il Mediterranean Cardiology Meeting esprimono la loro perplessità sui pacemaker e i defibrillatori acquistati solamente in base a criteri di convenienza economica: vi è infatti il pericolo concreto che per ridurre i costi potrebbero arrivare nelle sale operatorie dispositivi salvavita di bassa qualità.
Secondo Michele Gulizia, presidente dell’associazione italiana di aritmologia e cardiostimolazione i pazienti sono diversi l’uno dall’altro e la scelta del dispositivo da impiegare non puo’ non tenerne conto. Esistono infatti centinaia di modelli di defibrillatori e pacemaker ed e’ percio’ possibile oggi trovare l’apparecchio giusto per ogni singolo caso. I cardiologi temono che i cittadini possano essere esposti al rischio di ricevere apparecchi poco sicuri proprio per la sola necessita’ di risparmiare.
Secondo le linee guida, in Italia i pazienti a rischio di aritmie mortali per i quali e’ necessario l’impianto di dispositivi cardiaci sono circa 350 mila ogni anno anche se nel 2008 sono stati solo 80 mila i pazienti impiantati. Di questi almeno il 50% potrebbe trarre benefici da un apparecchio ad alta tecnologia. Si stima che per impiantare un defibrillatore o un pacemaker di ultima generazione a 40 mila pazienti sarebbe sufficiente un investimento di 287 milioni di euro all’anno, una cifra che corrisponde a meno dello 0,28% del fondo sanitario del 2008. A fronte di questa spesa ci sarebbe una riduzione di ricoveri, recidive, mortalita’ e costi cui corrisponderebbe un risparmio stimato di almeno 120 milioni di euro all’anno. Un impianto di pacemaker costa circa 6 mila euro, una cifra che comprende anche i costi per l’assistenza e l’intervento.
NdS mi pare proprio si sia scoperta l’acqua calda ! Sarà forse che, se vengo compresso a fare 18 esami in tre ore, rischio di farli meno bene che avendo il tempo giusto ? Però è tutto urgente, irrinunciabile, non posticipabile . . .
Ed anche per il pacemaker bisogna risparmiare . . .