più burocrazia senza migliorare i servizi

è il titolo dell’articolo, uscito su Sanità Toscana (supplemento del sole 24 ore, n°44 del 2008), che riporta un intervento molto critico di Annamaria Celesti, vicepresidente della Commissione sanità in Consiglio regionale (Toscana), verso  la Società della Salute che (dal sito web ufficiale) nasce da una nuova visione della salute, intesa come benessere fisico, psichico e sociale. La salute infatti dipende solo in minima parte dal servizio sanitario, mentre sono determinanti i fattori legati al contesto socio economico, ambientale e culturale in cui le persone vivono.
Lo riporto (l’articolo di Annamaria Celesti) perchè mi sono interrogato sul ruolo di questa istituzione: di fatto nella mia azione di medico (e per quel che ne so degli altri medici che conosco) non mi sono accorto della differenza tra il prima ed il dopo . . . .

“I risultati emersi (dal periodo sperimentale – 5 anni NdS) – precisa Annamaria Celesti – sono talmente disomogenei dal punto di vista territoriale e temporale che non si prestano ad un bilancio di funzionalità. In parole più povere non si può dire se i servizi che sono stati forniti alle popolazioni delle 18 società sperimentate siano stati all’altezza dei bisogni e delle attese. In compenso sono stati spesi oltre 2,5 milioni di euro”.

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