il pollo da NON lavare sennò si rischia di restarci secchi

il pollo, questo sconosciuto (oppure no? un paio di articoli, piuttosto allarmanti, su pollo e cloro e pollo ed antibiotici l’avevo già pubblicati) . . . .
Accenniamo, in questo articolo, ai nefasti effetti dell’allevamento industriale: in particolare dell’uso massivo di antibiotici per evitar epidemie e del conseguente aumento dell’ antibioticoresistenza e del nuovo allarme che è stato, di recente, diramato ovvero che è meglio NON lavare il pollo prima di cucinarlo.
La fonte è affidabile (BBC) , la notizia è britannica ma credo sia valida anche per le nostre lande, chè l’allevamento intensivo, con le stesse modalità, è prassi diffusa anche in Italia.
Quindi, siccome il pollo (che comprate al supermercato) può esser ricco di Campylobacter, meglio non lavarlo chè si rischia di contaminare gli strumenti con cui lo si lavora, gli strofinacci, le superfici della cucina, aumentando la possibilità di diffusione del batterio e favorendo pertanto l’insorgere di problematiche ad esso correlate.

allevamento intensivo polli
allevamento intensivo polli

Cosa fa il Campylobacter ?
Provoca una malattia infettiva: descritta negli anni Cinquanta come rara batteriemia nelle persone immuno-compromesse, nel 1972 è stata individuata come causa di malattie diarroiche.
La maggior parte delle infezioni (circa il 90%) è provocata dalle specie Campylobacter jejuni e Campylobacter coli, mentre meno frequenti sono quelle causate dalle specie Campylobacter lari, Campylobacter fetus e Campylobacter upsaliensis.
Attualmente è riconosciuta come una delle malattie batteriche gastrointestinali più diffuse al mondo, superando, in alcuni Paesi europei, le salmonellosi non tifoidee.
Incubazione: da un giorno ad una settimana.

campylobacter
campylobacter

Sintomi (solitamente leggeri o moderati – da uno a sette giorni di durata): diarrea, dolori addominali, febbre, mal di testa, nausea e vomito.
Manifestazioni più gravi (anche molto serie) si verificano in meno dell’1% dei pazienti: l’infezione da Campylobacter è stata associata a diverse sequele croniche che includono artrite reattiva, infiammazioni a carico di fegato e reni e la sindrome di Guillain-Barré).
Approfondimenti ulteriori ?
Su ISS Istituto Superiore di Sanità

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