calcoli renali: chi li ha avuti, non se ne scorda, la classica colica renale si manifesta con dolore molto intenso a causa del quale spesso si finisce al Pronto Soccorso ospedaliero.
A soffrire di nefrolitiasi, ovvero di calcoli renali, almeno una volta nell’arco della vita, sono il 13% degli uomini e il 7% delle donne americane; senza trattamento, almeno la metà di loro presenterà una recidiva nell’arco dei successivi cinque anni.
Ecco qualche suggerimento per prevenire le recidive di calcoli renali.
Prima regola: bere molto – intendendo ovviamente acqua (di rubinetto va benissimo).
Le persone che hanno sofferto di litiasi renale dovrebbero aumentare l’assunzione di liquidi, in modo da produrre almeno due litri di urine al giorno, per prevenire le recidive. Ovviamente le persone che già di base bevono una quantità sufficiente di liquidi o quelle per le quali è controindicato assumere troppi liquidi, non devono aumentarne l’assunzione.
Non esistono prove scientifiche inconfutabili a favore della superiorità dell’acqua minerale, di qualsiasi marca, rispetto alla semplice acqua di rubinetto.
È una falsa convinzione pensare che bere l’acqua del rubinetto, anche quella ad elevato residuo fisso, vale a dire ricca di sali di calcio e magnesio, possa favorire la formazione di calcoli renali. fonte 2018 Istituto Superiore Sanità ISS
Seconda regola: ridurre il consumo di soft drink acidificati con acido fosforico (come le ‘cola’), riduce il rischio di una recidiva di calcoli.
Al contrario, le bibite gassate alla frutta, spesso acidificate con acido citrico, sono consentite.
Terza regola: vanno limitati i cibi ricchi di ossalato, le purine (cioccolata, barbabietole, nocciole, rabarbaro, spinaci, fragole, tè, crusca di frumento), mantenendo invece una normale assunzione di calcio e di proteine animali.
Nei pazienti con almeno due pregressi episodi di litiasi si può ricorrere all’assunzione di un farmaco (in monoterapia), da scegliere tra diuretici tiazidici, allopurinolo o citrato, che aiutano a ridurre la formazione di calcoli di calcio (la forma più comune).
Non si può dire che uno sia superiore all’altro, in quanto non esistono studi di confronto diretto.
Indicazioni tratte dalle nuove linee guida pratiche evidence-based dell’American College of Physicians (ACP) pubblicate su Annals of Internal Medicine.
Le raccomandazioni si basano sugli studi pubblicati in letteratura sull’argomento dal 1948 al marzo 2014.
Ann Intern Med. 2014;161(9):I-24. doi:10.7326/P14-9038
AGGIORNAMENT0 2021
La dieta ideale per contrastare i calcoli renali comprende abbondante acqua, proteine vegetali e latticini, ed evita il più possibile carne, sale e bibite analcoliche.
La prassi più importante è bere molta acqua.
Caffè e succo di agrumi hanno un effetto protettivo.
Le bibite analcoliche aumentano il rischio di sviluppare calcoli; il sale va limitato: aumenta l’eliminazione di calcio nelle urine.
Il consumo abbondante di proteine animali incrementa l’escrezione urinaria di acido urico, in particolare se sono presenti diabete e sindrome metabolica; le proteine di origine vegetale e dei latticini non causano questi problemi.
In sintesi: abbondanza di frutta e verdura, calcio e acqua, poche proteine animali e poco sale per ridurre il rischio di formazione calcoli renali.
È comunque opportuno, nelle persone con una spiccata tendenza a formare calcoli, eseguire una valutazione specialistica per determinare con precisione il ruolo di abitudini alimentari e di altri fattori non dietetici, per intervenire in maniera mirata.
- Pietro Manuel Ferraro
Risk of Kidney Stones: Influence of Dietary Factors, Dietary Patterns, and Vegetarian–Vegan Diets Nutrients 2021. Doi: 10.3390/nu12030779 - Pietro Manuel Ferraro
Dietetic and lifestyle recommendations for stone formers
Arch Esp Urol. 2021 Jan;74(1):112-122
AGGIORNAMENT0 2022
Inibitori della pompa protonica aumentano incidenza di nefrolitiasi
Aumento del rischio di calcolosi renale nei pazienti con malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) in terapia con inibitori della pompa protonica (IPP): ipomagnesemia e ipocitraturia associate all’esposizione agli IPP possono contribuire alla formazione di calcoli renali. I ricercatori hanno studiato 55.765 pazienti con diagnosi di malattia da reflusso gastroesofageo senza una storia di calcoli renali, di cui 40.866 (73,2%) erano esposti agli IPP per identificare le successive diagnosi di calcoli renali.
I pazienti in terapia con IPP avevano un rischio più elevato di nefrolitiasi.
Wilson Sui et al
Proton pump inhibitors use and risk of incident nephrolithiasis
Urolithiasis. 2022 May 2
PMID: 35499617
DOI: 10.1007/s00240-022-01326-1
AGGIORNAMENTO 2024 (fonte: Istituto Superiore Sanità ISS)
Utilizzare l’acqua del rubinetto è conveniente per le nostre tasche e una abitudine sostenibile perché permette di ridurre l’uso di enormi quantità di plastica e di limitare l’inquinamento dovuto a trasporto, distribuzione e smaltimento delle bottiglie.
Ho scritto vari articoli sui calcoli renali, li trovi tutti qui.
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