Rifiuti e tumori, un legame tutto da chiarire

Le immagini dell’emergenza rifiuti in Campania hanno fatto il giro del mondo. In maniera più o meno esplicita, la permanenza della spazzatura nelle strade e i roghi di immondizia sono stati associati all’incidenza di alcuni tumori più alta rispetto alla media nazionale, come se l’esposizione a cancerogeni anche molto potenti per qualche settimana fosse sufficiente a far sviluppare istantaneamente la malattia.
La realtà, come sempre, è assai più complessa. Se è indubbio che in diverse zone della Campania ci sono preoccupanti picchi di incidenza di alcune malattie neoplastiche, è altrettanto vero che sui motivi di tali anomalie la discussione, a livello scientifico, è tutt’altro che chiusa. E’ stata cioè fatta molta confusione: se si dimostrasse che i tumori in eccesso sono attribuibili all’inquinamento ambientale, ciò non potrebbe essere la conseguenza diretta della crisi delle ultime settimane, i cui esisti nefasti si potrebbero vedere solo tra molti anni. Si tratterebbe, piuttosto, del risultato dell’inquinamento delle falde acquifere e dei terreni dovuto a decenni di scarichi illegali di ogni sorta di rifiuti.
LE CONCLUSIONI – Per cercare di fare un po’ di chiarezza ed evitare di diffondere il panico tra la popolazione, già così duramente provata, gli esperti dell’Istituto nazionale per lo studio e la cura dei tumori Fondazione Pascale di Napoli hanno ritenuto opportuno emettere un comunicato ufficiale, nel quale hanno ribadito alcuni punti fermi.
I più importanti sono essenzialmente due.
1) In primo luogo, dalla combustione di sostanze organiche, anche a basse temperature, si sprigionano molti tipi di diossine, note sostanze tossiche, e sono quindi assolutamente da evitare gli incendi ai cumuli di spazzatura; delle oltre 200 diossine conosciute, solo una, la TCDD, ha un sicuro effetto cancerogeno (e dannoso anche per i nascituri); le diossine prodotte dai termovalorizzatori sono filtrate dagli appositi filtri al carbone e la loro emissione nell’atmosfera è estremamente bassa.
2) In secondo luogo, la cancerogenesi richiede non meno di 10-20 anni di esposizione e accumulo di sostanze tossiche; per questo gli eccessi di mortalità riscontrati a Napoli e Caserta nel periodo compreso tra il 1989 e il 2002 potrebbero essere da collegare >>>>>

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