Leggevo un bell’articolo di Zadie Smith su Barack Obama e sono rimasto colpito dalla grandezza di una poesia di Frank O’Hara, di cui ricopio un estratto a seguire, che l’autrice citava.
Perchè m’ha colpito?
Perchè spesso, per lavoro, mi relaziono con gente che vive terrorizzata da ciò che potrebbe accadere invece di vivere approfittando a pieno delle occasioni che la vita offre . . .
Sono un ittita innamorato di un cavallo
non so niente del sangue
che mi scorre dentro mi sento un principe africano sono una ragazza che scende le scale
in un abito rosso plissettato coi tacchi alti sono un campione che fa un tombolone
sono un fantino col buco di culo slogato sono la lieve foschia
in cui appare un volto
ed è un’altra faccia di biondo sono un babbuino che mangia una banana
sono un dittatore che guarda la moglie sono un dottore che mangia un bambino
e la madre del bambino sorride sono un cinese che scala una montagna
sono un bambino che annusa le mutande del padre sono un indiano
che dorme su uno scalpo
e il mio pony scalpita fra le betulle,
e ho appena avvistato la
Nina, la Pinta e la Santa
Maria.
Che terra è mai questa, così libera?
In lingua originale, se vi sentite particolarmente coraggiosi 🙂