I detrattori del matrimonio e della vita a due resteranno delusi: la fede al dito dimezza il rischio di ammalarsi di Alzheimer. I single incalliti, dunque, sono avvisati: meglio abbandonarsi all’amore che perseverare nella solitudine. Ammesso e concesso, però, che la nostra dolce metà non ci abbandoni nel corso della vita. In tal caso, infatti, il rischio di cadere vittime della malattia ‘mangia-memoria’ addirittura triplica. Più protetti, tuttavia, quelli che dopo un matrimonio fallito smettono di piangersi addosso e vanno alla ricerca di un nuovo amore. Lo studio del Karolinska Institute di Stoccolma, presentato a Chicago alla conferenza internazionale sulla patologia neurodegenerativa, è destinato a far parlare di sè. E a preoccupare i molti single, sempre più numerosi, e i tanti che alle spalle hanno un matrimonio fallito e non riescono a ritrovare un nuovo partner.
La ricerca è stata condotta su 1.449 persone di mezza età. Gli studiosi del Karolinska hanno esaminato i dati contenuti in un database finlandese, e 21 anni più tardi hanno riesaminato il loro stato di salute, vedendo quanti nel frattempo avevano sviluppato l’Alzheimer. In totale, 139 persone erano alle prese con qualche problema cognitivo. Di questi, a 48 era stata diagnosticata la malattia neurodegenerativa. Lo studio ha dimostrato che le persone con partner sono meno inclini a sviluppare la malattia. I rischi per chi conduce una vita a due sembrerebbero addirittura dimezzati, e questo tenendo in debita considerazione, assicurano i ricercatori, tutti gli altri fattori che possono ‘accendere’ la malattia. Un dato drammatico, poi, per chi divorzia presto, molto giovane, e non riesce più a rifarsi una vita ‘a due’. Per questi cuori malconci e solitari, infatti, il pericolo di ammalarsi è addirittura maggiore di sei volte. A buttare acqua sul fuoco è Susanne Sorensen, della britannica Alzheimer’s Society . "I single non devono preoccuparsi più di tanto – afferma rassicurandoli – ci sono molte altre strade da battere per scongiurare il rischio di ammalarsi. Mangiare ‘mediterraneo’, fare attività fisica e non fumare, ad esempio". Se tuttavia all’orizzonte appare il grande amore, sembra suggerire lo studio, meglio non perder tempo e lanciarsi alla conquista.
La ricerca è stata condotta su 1.449 persone di mezza età. Gli studiosi del Karolinska hanno esaminato i dati contenuti in un database finlandese, e 21 anni più tardi hanno riesaminato il loro stato di salute, vedendo quanti nel frattempo avevano sviluppato l’Alzheimer. In totale, 139 persone erano alle prese con qualche problema cognitivo. Di questi, a 48 era stata diagnosticata la malattia neurodegenerativa. Lo studio ha dimostrato che le persone con partner sono meno inclini a sviluppare la malattia. I rischi per chi conduce una vita a due sembrerebbero addirittura dimezzati, e questo tenendo in debita considerazione, assicurano i ricercatori, tutti gli altri fattori che possono ‘accendere’ la malattia. Un dato drammatico, poi, per chi divorzia presto, molto giovane, e non riesce più a rifarsi una vita ‘a due’. Per questi cuori malconci e solitari, infatti, il pericolo di ammalarsi è addirittura maggiore di sei volte. A buttare acqua sul fuoco è Susanne Sorensen, della britannica Alzheimer’s Society . "I single non devono preoccuparsi più di tanto – afferma rassicurandoli – ci sono molte altre strade da battere per scongiurare il rischio di ammalarsi. Mangiare ‘mediterraneo’, fare attività fisica e non fumare, ad esempio". Se tuttavia all’orizzonte appare il grande amore, sembra suggerire lo studio, meglio non perder tempo e lanciarsi alla conquista.