Anche se le nuove diagnosi rappresentano un’opportunità di prevenzione secondaria mirata, i bassi tassi complessivi di modifica comportamentale rilevati suggeriscono che il sistema sanitario possa fare di più per focalizzare le opportunità di adottare stili di vita più sani dopo la comparsa di eventi negativi. I medici in questo senso devono svolgere un ruolo preminente, in quanto possono raggiungere il paziente proprio nei momenti in cui è più ricettivo alle indicazioni. La mancanza di interventi economici e rimborsabili per la prevenzione secondaria rappresenta invece un evidente ostacolo.
Arch Intern Med. 2009; 169: 237-42