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Stop al fumo dopo infarto: quali mosse efficaci?

L’importanza di interrompere l’abitudine al fumo di sigaretta dopo un infarto miocardico è ormai riconosciuta. Tuttavia, gli interventi più efficaci in questo senso non sempre vengono messi in opera da parte delle strutture sanitarie. È quanto sostiene uno studio prospettico  effettuato in 19 centri statunitensi su 639 pazienti fumatori al momento dell’evento infartuale. A distanza di sei mesi, il numero di pazienti che avevano smesso di fumare era pari a 297 (46%).
La semplice indicazione di smettere di fumare da parte degli operatori sanitari non risultava associata con un’interruzione dell’abitudine; al contrario, le probabilità di interrompere il fumo erano maggiori fra i pazienti indirizzati al momento della dimissione a una riabilitazione cardiaca o ai quali veniva offerto un programma di sospensione del fumo durante il ricovero. «Secondo i nostri risultati, i pazienti con sintomi depressivi durante il ricovero per infarto sono quelli che con minore probabilità smetteranno di fumare», sostengono gli autori della ricerca.
I programmi di interruzione del fumo dovrebbero quindi incorporare interventi di screening e di trattamento dei disordini depressivi.
Dawood N et Al. Arch Intern Med, 2008, 168:1961-7

Dott Sabino Berardino: Dott Sabino Berardino Medico Chirurgo, a Firenze Specialista in Medicina Interna perfezionato in Ecografia ed Ecocolordoppler Vascolare Master di I livello in 'nuove tecnologie in Medicina - elearning'
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